È una Lisa Vittozzi come non l’avevamo mai vista, quella che abbiamo incontrato ad Alba, in provincia di Cuneo, alle Cantine della Ceretto, nota azienda vinicola delle splendide Langhe, dove si è svolta la presentazione della partnership commerciale tra FISI e Acqua San Bernardo. La sappadina del Centro Sportivo Carabinieri è rilassata, gli occhi descrivono bene tutta la felicità di chi ha realizzato il proprio sogno.
Accompagnata da Marco, il suo compagno da ormai dieci anni, Vittozzi ha raggiunto la provincia di Cuneo, dopo essere stata ieri nella sede della Salomon, ad Annecy, per essere protagonista dell’evento assieme a Federico Pellegrino, la giovanissima Flora Tabanelli. e Guglielmo Bosca.
Per la prima volta dopo la conquista della Coppa del Mondo, abbiamo quindi avuto la possibilità di intervistarla.
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L’azzurra ha descritto ciò che ha provato nel realizzare il suo grande sogno: «È stato bellissimo. Ho provato tante emozioni tutte assieme e mi ci è voluto un po’ per realizzare davvero quanto accaduto. Ora che mi sono calmata e riposata, mi sono reso conto che è stata veramente una stagione fantastica e sono molto orgogliosa di questo».
Vittozzi è quindi tornata sulla tappa finale di Canmore, descrivendo le tensioni provate nei giorni canadesi ma parlando anche di come ha deciso di affrontare l’ultimo sforzo stagionale: «Dopo la tappa statunitense, dove avevo fatto delle belle prestazioni, ero consapevole che la battaglia per la Coppa del mondo era aperta. Sono andata in Canada con la tranquillità che mi ha contraddistinto per tutta la stagione, ma mi sono detta che per la sprint dovevo andare all-in e provare vincere, in quanto non avevo nulla da perdere, così ho fatto la sprint più bella della mia carriera. Alla vigilia dell’inseguimento avevo molta tensione, ma ho avuto vicino delle persone che mi hanno tranquillizzata preparandomi mentalmente per quella gara. Alla fine è arrivata un’altra vittoria. In realtà, ero nervosa fino alla partenza, poi ho fatto una gara molto intelligente, gestendola nel modo giusto, e ne vado molto fiera. Questa mi ha aperto le porte verso il mio grande sogno. Ovviamente non sono soddisfatta della mia ultima gara, è stata molto difficile da gestire, ma alla fine l’ho portata a casa e sono felice».
Sul rettilineo finale Vittozzi ha quindi sventolato la bandiera tricolore dell’Italia, un’esultanza che però non era stata preparata. «Nulla di preparato. Quel giorno ho provato un po’ di ansia dopo il primo poligono, quando dopo quegli errori mi dicevo che non potevo perderla. Non sapevo dove fosse Ingrid, mentre io sapevo di essere attorno alla ventesima posizione. I tecnici mi davano info che non mi facevano comprendere se fosse fatta o mano. Alla fine me l’hanno detto solo nell’ultima curva, dove ho trovato Luca (D’Incau, ndr) il mio skiman che mi ha passato la bandiera tricolore. L’ho presa e quel rettilineo finale è stato super emozionante».
Dopo il traguardo vi è poi stato un momento molto intenso con Tandrevold, protagonista di un grande gesto di sportività. «È stato un momento emozionante. Devo dire che il suo è stato il gesto più bello di quel giorno. Da una parte ho percepito il suo dolore, perché ci sono passata anche io, ma nonostante ciò ha avuto la forza di aspettarmi, togliermi gli sci, abbracciarmi per un minuto, per poi ringraziarmi di averla fatta crescere e motivata a essere migliore. Mi ha emozionata. È un gesto che porterò sempre nel cuore. Le auguro di togliersi un giorno questa soddisfazione».
La Coppa del Mondo premia tutta la stagione. Per questo motivo, oggi Vittozzi è fiera anche di quei risultati ottenuti nonostante non fosse nella sua miglior condizione, ottenendo top ten pur ammalata: «Fin dall’inizio, avevo l’obiettivo di vincere la Coppa del Mondo. Per questo motivo ho gareggiato anche quando ero malata. Ero consapevole che perdere delle gare non mi avrebbe portato a vincere ciò che ho poi festeggiato. È stata dura a dicembre, quando a causa della bronchite ho sempre rincorso la condizione, gareggiando nonostante non fossi al cento per cento. Posso dire che proprio quelle gare mi hanno permesso di vincere».
In chiusura la sappadina ha parlato anche della splendida accoglienza che le è stata riservata dai suoi concittadini di Sappada: «Quando sono tornata a Sappada non ero in gran forma, venivo dalle gare e dal lungo viaggio, così avevo un calo di tensione. È stato bellissimo che mi abbiano aspettata nonostante sia arrivata tardi. Li ringrazio, vedere la tua gente che ti aspetta, come facevo io da giovanissima con Pietro (Piller Cottrer, ndr), è stato bellissimo».
Biathlon – Lisa Vittozzi: “A Canmore ho provato tante emozioni. Quell’abbraccio con Tandrevold lo porterò sempre nel cuore”
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