Mentre Jessie Diggins ha sollevato al cielo per la seconda volta la Coppa del Mondo di sci di fondo, alle sue spalle Norvegia e Svezia hanno vissuto annate opposte.
Le Norge non hanno saputo dare seguito alla vittoria di Tiril Udnes Weng nella scorsa stagione e sono in piena crisi di identità, al punto che una Therese Johaug appena rientrata ai campionati nazionali ha dato tre minuti al resto della truppa nella 30 km a skating. Nella top-10 della classifica generale c’è la sola Heidi Weng a rappresentare le norvegesi: mai dal 1981-82 (stagione di istituzione della Coppa del Mondo ufficiale) il piatto è stato così misero. E soprattutto non si vede chi tra le nuove leve possa sovvertire la situazione.
La Svezia, viceversa, vede sì continuare il suo tabù nella Coppa del Mondo femminile (mai una svedese ha vinto la classifica generale) ma ha piazzato cinque atlete tra le prime dieci (Linn Svahn, Frida Karlsson, Jonna Sundling, Emma Ribom ed Ebba Andersson) e due tra le prime tre (Svahn e Karlsson). Il secondo posto di Svahn, che ha conteso fino all’ultima gara la testa della classifica a Diggins, è il miglior piazzamento di una svedese dai tempi di Marie-Helene Östlund (1987-88) e rappresenta la crescita di un movimento che nelle ultime quattro stagioni ha conquistato quattro podi con tre atlete diverse (Andersson è stata terza nel 2020-21 e 2021-22). Trattandosi poi di atlete tutte giovani (tranne Sundling, che ha 29 anni) la prima vittoria svedese al femminile potrebbe essere solo questione di tempo, specialmente se l’assenza delle russe dovesse prolungarsi.
Curiosamente, Norvegia e Svezia hanno vissuto annate agli antipodi anche al maschile: infatti, i Norge hanno dominato la classifica generale monopolizzando la top-5, mentre gli svedesi sono stati estromessi dalla top-10 (il migliore è stato Jens Burman, 11esimo davanti a Calle Halfvarsson).
Le Norge non hanno saputo dare seguito alla vittoria di Tiril Udnes Weng nella scorsa stagione e sono in piena crisi di identità, al punto che una Therese Johaug appena rientrata ai campionati nazionali ha dato tre minuti al resto della truppa nella 30 km a skating. Nella top-10 della classifica generale c’è la sola Heidi Weng a rappresentare le norvegesi: mai dal 1981-82 (stagione di istituzione della Coppa del Mondo ufficiale) il piatto è stato così misero. E soprattutto non si vede chi tra le nuove leve possa sovvertire la situazione.
La Svezia, viceversa, vede sì continuare il suo tabù nella Coppa del Mondo femminile (mai una svedese ha vinto la classifica generale) ma ha piazzato cinque atlete tra le prime dieci (Linn Svahn, Frida Karlsson, Jonna Sundling, Emma Ribom ed Ebba Andersson) e due tra le prime tre (Svahn e Karlsson). Il secondo posto di Svahn, che ha conteso fino all’ultima gara la testa della classifica a Diggins, è il miglior piazzamento di una svedese dai tempi di Marie-Helene Östlund (1987-88) e rappresenta la crescita di un movimento che nelle ultime quattro stagioni ha conquistato quattro podi con tre atlete diverse (Andersson è stata terza nel 2020-21 e 2021-22). Trattandosi poi di atlete tutte giovani (tranne Sundling, che ha 29 anni) la prima vittoria svedese al femminile potrebbe essere solo questione di tempo, specialmente se l’assenza delle russe dovesse prolungarsi.
Curiosamente, Norvegia e Svezia hanno vissuto annate agli antipodi anche al maschile: infatti, i Norge hanno dominato la classifica generale monopolizzando la top-5, mentre gli svedesi sono stati estromessi dalla top-10 (il migliore è stato Jens Burman, 11esimo davanti a Calle Halfvarsson).