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Biathlon – Camille Coupé, la giovane biatleta francese racconta la sua storia di depressione: “Ho pensato troppo al biathlon e non mi rendevo conto che la salute mentale stava deteriorando”

Lo sport ad alto livello è come un’arma a doppio taglio: meraviglioso e crudele, regala soddisfazioni e notorietà a chi raggiunge il successo, ma può anche trascinare in una spirale buia e negativa se le cose non vanno come non si vorrebbe. È un equilibrio precario e totalmente personale, che può rompersi da un momento all’altro, anche per qualcosa che dall’esterno, può essere considerata di poco conto.
Lo sa bene Camille Coupé, giovane biatleta francese che, nell’orbita della nazionale transalpina da ormai quattro anni, quest’anno non ha ottenuto una singola convocazione per le competizioni internazionali. Ora, a fine stagione, è pronta ad aprirsi in merito a quanto ha vissuto nell’ultimo periodo, affidandosi ai nostri colleghi di Nordic Magazine, che con grande sensibilità affrontano assieme a lei il delicato tema della depressione, in cui Coupé è sprofondata durante l’inverno.
I problemi sono iniziati dai test autunnali per le selezioni della Nazionale che la 22enne di LaFéclaz non ha superato.
«Ho perso le selezioni di novembre e sapevo che mi sarebbe costato caro per il resto dell’inverno. Poi ho inseguito una convocazione che non è mai arrivata perché non avevo il livello per ottenerla. È stato molto difficile. Davvero non me lo aspettavo perché i segnali erano buoni. Ho preso un grosso schiaffo durante le selezioni di Bessans.»
In realtà però, forse, tutto è iniziato ben prima, dalla preparazione per l’inverno: una forte pressione, fisica e mentale, in vista della prima stagione da atleta senior che finito con bruciare tutte le energie prima ancora di scendere in pista.
«Mi metto molta pressione. La primavera scorsa mi sono detta che il mio primo anno da senior sarebbe stato fondamentale e che avrei dovuto lavorare di più. L’ho fatto più o meno ottimizzando tutto, ma mentalmente mi sono imposta molte restrizioni. Sono arrivata all’inizio di novembre con così tanta voglia che mi ha travolto completamente. Durante le gare avevo troppo stress, non mi rimaneva niente nelle gambe… Niente più energie dopo averle spese correndo prima della gara! A novembre sono crollata completamente mentre mostravo un biathlon davvero pessimo. In quel momento non potevo fare altro che rimanere delusa»
Molti biatleti raccontano che la fiducia nelle proprie capacità è tutto nel biathlon e una volta che viene meno, è difficile ripristinarla. Coupé non è da meno
«Una volta che la fiducia nel biathlon viene meno, è estremamente difficile tornare indietro. Avevo la sensazione che gli obiettivi mi stessero giocando brutti scherzi. Mentalmente, è stato davvero difficile. Alla fine di dicembre, durante il periodo natalizio, ho cominciato a scivolare lentamente nella depressione. In quel momento non me ne rendevo conto. Mi dicevo che era solo una delusione e che era normale, ma a quel punto si era già insinuata. Sono arrivata al punto che piangevo tutti i giorni e non avevo voglia di alzarmi la mattina. Mi allenavo senza convinzione o piacere. Non è stato facile. Piano piano spero di uscire da questo buco…»
Ora ha la sua famiglia vicino, che l’ha supportata al 100% e non le ha mai messo pressioni, così come i suoi sponsor che nonostante tutto non le hanno fatto mancare il loro sostegno. Allo stesso tempo, ha ricevuto aiuto da professionisti. 
«Tuttavia, finché non decidiamo di migliorare, la situazione non cambia. Quando tutti partivano per l’IBU Cup o per i Mondiali Junior, mi ritrovavo da sola. È stata davvero dura perché non avevo più la cornice federale intorno a me. Pensavo di star migliorando, ma con la depressione fai passi avanti e passi indietro. È molto difficile da capire.»
Non deve essere facile vedere i propri compagni, come ad esempio Océane Michelon, fare bene in giro per il mondo ricordandosi che fino a 12 mesi prima le parti erano invertite. Lo sport ad alti livelli sa essere del resto tremendamente competitivo e bisogna avere tutti gli strumenti, anche mentali, per affrontare questo aspetto. Ora per Coupé è il momento di voltare pagina, riprendere ad amare il proprio sport, nonostante il cuscinetto degli studi, e cercando di ripartire da zero anche fuori dalla nazionale, ma al contempo dedicando più tempo anche a sé stessa al di fuori del biathlon.
«Quest’estate andrò più spesso in vacanza e farò più cose al di fuori del biathlon. Sono una persona che ha bisogno di fare molte cose contemporaneamente, per tenere la mente occupata. Il mio fallimento durante l’inverno è stato dovuto principalmente al fatto che ho pensato troppo al biathlon e non mi rendevo conto che la mia salute mentale stava deteriorando.»
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