Nella serata europea, Johannes Høsflot Klæbo ha ottenuto l’ennesima vittoria nella sprint. Tutti, ogni volta, esperti o semplici appassionati, fanno notare una tecnica sopraffina che lo distingue dalla massa: un gesto tecnico efficiente ed efficace, anche se non sempre particolarmente elegante quando si tratta delle salite nelle gare in classico è quello che ha dato il via alla carriera del norvegese e alla sua fila di lunghi successi, distinguendolo da qualsiasi altro sciatore prima di lui.
NRK con l’aiuto dello storico dello sport Isak Lidström, che ha scritto sulla storia dello sci sami in Svezia prova a spiegare il lavoro fatto dal campione norvegese che potrebbe aver recuperato una tecnica in realtà poco innovativa ma invece molto tradizionale, usata nientemeno che dal popolo Sami. "Lo sci era qualcosa per cui i Sami erano famosi. Erano unici nella loro tecnica, ed è qualcosa che è ritornato. Ci sono chiari parallelismi con il Klæbo" afferma lo studioso svedese
Lo storico ritiene che il modo in cui Klaebo affronta le salite in classico ricordi lo stile per cui i Sami erano noti alla fine del 1800 e all’inizio del 1900 e dà questa valutazione citando un esempio specifico: "La Vasaloppet del 1929, quando vinse Johan Abram Persson. Era un sami pescatore e veniva da nord di Arjeplog. Non era il grande favorito, ma si diceva che Persson corresse sugli sci, mentre il favorito di casa, Anders Strøm, aveva un passo più tranquillo." Tuttavia, questo stile di corsa in salita si rivelò vincente e Johan Abram Persson vinse, quindi forse il passo Sami è stato riscoperto in tempi moderni sotto forma di passo alla Klæbo o Klaebo-Klyvet come è stato ribattezzato in norvegese?
Secondo i reperti archeologici e le fonti scritte, ci sono molte prove che i Sami furono i primi a sciare nella regione nordica. Quasi il 100% di tutti gli sci preistorici in Norvegia sono stati trovati nelle tradizionali aree Sami e nelle diverse lingue delle popolazioni indigene della Lapponia esiste persino un verbo separato per "sciare" a seconda dell’area geografica occupata. Inoltre, lo storico dello sport Helge Christian Pedersen, che insegna all’Università Artica Norvegese e ha studiato la storia dello sci nordico in Norvegia, spiega che nel momento in cui, a fine XIX secolo, sono state disputate le prime gare di sci, le attrezzature e la tecnica dei popoli Sami facevano la differenza rispetto al resto degli sciatori.
“Pare che utilizzassero con due bastoncini da sci. Era il modo abituale di sciare, tra Kvens e Sámi, come facciamo oggi, mentre nella tradizione più norvegese forse si usava un bastoncino da sci. Anche in questo caso lo stile di corsa dei Sami è stato descritto come antiestetico, ma efficace.- La tecnica dello sci Sami era veloce. Sciavano in modo diverso, proprio perché avevano tipi di sci diversi”
In Svezia i Sami sono stati a lungo lodati anche per la loro andatura diagonale, racconta Lidström: “Il passo diagonale come lo conosciamo oggi, sono stati soprattutto i Sami a padroneggiarlo in modo sopraffino, permettendo loro di acquisire un’alta efficienza energetica. Erano visti come le linee guida su come andare a sciare in Svezia e tutti hanno iniziato a seguirla a fine ‘800, apprezzandone la versatilità, l’utilizzo di tutti i muscoli e delle diverse parti del corpo.”
Popolo poco conosciuto al di fuori delle nazioni scandinave, ci si accorge dunque che lo sci di fondo deve alla loro esperienza sugli sci, nata probabilmente più per necessità pratiche di sopravvivenza, molte delle sue basi.