Dopo i ritiri di Simen Hegstad Krüger e Johannes Høsflot Klæbo, Harald Oestberg Amundsen è indicato come uno dei maggiori favoriti per la vittoria del Tour de Ski. Sulla carta, la vittoria di quest’edizione della corsa a tappe italo-svizzera dovrebbe essere affare suo e di Paal Golberg, stando semplicemente ai valori emersi fino a oggi nello sci di fondo maschile. Competitivo anche nelle sprint, specialmente a skating, Amundsen ha l’occasione della vita. Dopo che quest’anno ha indossato il pettorale giallo, ha dimostrato di essere l’ennesimo ‘asso’ di un team che pare avere un mazzo fatto di soli ‘carichi’. Adesso, una vittoria in cima al Cermis potrebbe garantirgli un bottino di punti difficilissimo da raggiungere per gli altri compagni di Nazionale, Klaebo compreso.
Il 25enne di Asker spiega la sua ricetta del successo come segue: "Ho fatto scelte intelligenti nel mio piano di allenamento, cosa che vedo altri atleti non fare. Nel corso del tempo ho fatto scelte che ritenevamo giuste riguardo al funzionamento del mio corpo, in modo da evitare di trovarmi impreparato a un certo punto. Ho atteso di essere abbastanza pronto e formato fisicamente prima di prendere parte alle mie prime competizioni nel circuito maggiore" afferma. Amundsen ha avuto la sua svolta nell’inverno 2020/21 con il bronzo ottenuto ai Mondiali a Oberstdorf, bissato con un argento nella passata stagione a Planica.
La piazza d’onore nella 15 chilometri mondiale del 2023 spiega così la sua ‘filosofia’ d’allenamento. "Tutto si riduce a come conosci il tuo corpo. Nello sci di fondo l’allenamento è molto intenso a tutti i livelli. Penso che molte persone trarrebbero maggiori benefici dall’ascoltare di più il proprio corpo e dal cogliere i segnali di stanchezza. Ogni anno vedo quanto i fondisti si allenano e mi sembra del tutto inutile. Queste scelte diventano più facili quando posso combinarle con buoni risultati", dice Amundsen. Secondo lui nessuno dei 50 migliori fondisti norvegesi si allena, per modo di dire, troppo poco. "Penso che molti atleti abbiano tanto su cui lavorare. C’è molta attenzione alla capacità di sopportare un’enorme quantità di allenamento. Sono più propenso a suddividere i periodi: avere più qualità quando ti alleni, e magari ridurre i tempi" spiega.
"Soprattutto dopo l’autunno, penso che sia importante allenarsi con più qualità. Aiuterebbe anche a ridurre i costi… ma sorprendentemente sono pochi quelli che lo fanno". Egli, inoltre prevede un piccolo "cambio generazionale" nello sci di fondo norvegese tra due o tre anni e mette in risalto, tra gli altri, Iver Tildheim Andersen e Jan Thomas Jenssen, entrambi già vincitori di gare di Coppa del mondo.
Harald Oestberg Amundsen è anche l’unico atleta della Nazionale norvegese di fondo ad avvalersi di un mental coach: Erik Bertrand Larssen. "Voglio stare meglio. Penso che sia bello ricevere aiuto da qualcuno che può spingermi in aree in cui non sai bene come muoverti. Lo uso per essere pronto a tutto" conclude.
Sci di fondo – Amundsen ha l’occasione della vita: “Ho fatto scelte intelligenti nel mio piano di allenamento. Il mental coach lo uso per essere pronto a tutto”
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