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Biathlon – Lukas Hofer: “Chi conosce quello che ho passato nell’ultimo anno, sa cosa significa per me questa prestazione; questo vecchio motorino funziona ancora”

ÖSTERSUND – È uno degli atleti più soddisfatti al termine dell’individuale maschile, pur consapevole di aver avuto per le mani addirittura l’occasione di salire sul podio, che avrebbe rappresentato un risultato memorabile dopo tutti i problemi avuti. Lukas Hofer però non prova giustamente alcun rammarico, vuole godersi soltanto le tante cose positive della giornata odierna, nella quale ha chiuso al 22° posto con tre errori, due nell’ultima serie, la gara che ha rappresentato il suo ritorno in Coppa del Mondo, dopo ormai un anno e mezzo, se si considera che il Mondiale di Oberhof non valeva per questa competizione.
Una ritorno importante quello di Hofer, capace di chiudere addirittura con il decimo tempo sugli sci, qualcosa di inimmaginabile, quando ancora qualche mese fa lo vedevamo postare video in cui eseguiva esercizi sull’ercolina da terra. «Sono rimasto sorpreso anche io della mia posizione – ha ammesso Hofer a Fondo Italia al termine della gara – perché soltanto dopo l’ultimo poligono ho visto sul maxi schermo la mia posizione e ho scoperto di avere solo due minuti di ritardo, con tre errori. A quel punto ho capito che senza il doppio errore alla fine avrei addirittura potuto cogliere il podio. Ho visto anche adesso, guardando le analitiche, di aver fatto il decimo tempo sugli sci, che alla fine, dopo un’assenza dalle gare di oltre un anno mezzo, perché i Mondiali di Oberhof nemmeno li considero, posso essere più che contento. Nell’ultima serie ho fatto degli errori da principiante, non ero teso, ma forse non ero concentrato come avrei dovuto. Nelle prime due serie sono stato perfetto, nella terza ho commesso un errore che ci sta, anche se bisognerebbe evitarlo in una gara del genere. Purtroppo quel due mi ha tolto la possibilità di salire addirittura sul podio».
Ovviamente, nessun rammarico: «Avrei potuto cogliere l’unico podio che mi manca, quello nell’individuale. Adesso però mi prendo tutto quello che viene, devo solo guardare avanti, perché chi conosce tutta la storia dell’ultimo anno e sa quello che ho passato, capisce che posso essere contento per ogni performance buona che faccio. Oggi sono orgoglioso della mia prestazione sugli sci, mi sentivo molto bene e riuscivo a fare ciò che so. Sul tiro, alla fine, l’ottanta per cento della gara è stato positivo».
Dopo aver rotto il ghiaccio sabato, Hofer voleva sfruttare la giornata odierna per capire davvero a che punto fosse. Dalla pista è arrivata una risposta più che confortante per l’azzurro: «Alla fine, la single mixed non è la gara ideale per comprendere pientamente a che punto si è, in quanto non esiste una via di mezzo, o va bene oppure va male. Bisogna andare sempre al massimo e sparare velocemente, perché se fai lo zero sparando lento resti indietro. Per me era importante trovare il feeling giusto ed è ciò che è successo oggi. Non è che non mi aspettassi di stare bene, perché le sensazioni avute sia a Idre nell’ultimo raduno con gli svedesi che a casa negli ultimi veloci, erano positive, sapevo che questo vecchio Ape, il mio motorino, funzionava ancora e dovevo solo portarlo in gara. Ora devo riuscire solo a mettere insieme tutti i pezzi, poi sono sicuro, come ho sempre detto, che se stai bene mentalmente e fisicamente sugli sci, i risultati vengono da soli». 
Hofer ha infine accolto con positività i risultati ottenuti da tutta la squadra azzurra: «Oggi è stata una bella gara, tutti erano attaccati, qualcosa che si vede raramente. In questa competizione è venuta meno la superiorità dei norvegesi, li abbiamo visti tribolare. Alla fine, forse anche loro con il "no fluoro" non sono più i soliti maghi, come tutti invece pensavano. Adesso, avendo ricevuto tanti prodotti senza fluoro in queste ultime settimane, siamo all’altezza anche noi. Si è già visto in questi due giorni, nei quali i nostri skiman hanno fatto un grande lavoro. Oggi per poco non siamo andati tutti a punti. Possiamo essere contenti anche in ottica staffetta. Questa prestazione di gruppo porta tanta fiducia in vista di quella competizione, perché abbiamo ormai un bel gruppo. C’è un vecchietto in giro e quattro giovani ai quali pian piano posso passare il testimone».

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