Quando si pensa ad un atleta, che pratica una qualsiasi attività fisica ad alto livello, siamo spesso, forse erroneamente, portati a pensare di trovarci di forte il ritratto della salute, supereroi indistruttibili anziché esseri umani con difetti e fragilità.
L’International Biathlon Union (IBU), da sempre impegnata nella trasmissione di valori positivi attraverso lo sport, lo scorso 14 novembre, nella Giornata mondiale del diabete, ha tenuto a ricordare che è possibile coniugare la passione per lo sport e la convivenza con questa patologia, e lo ha fatto attraverso la storia della biatleta della Repubblica Ceca Tereza Jandová, la cui vita è cambiata radicalmente nell’agosto 2022, quando le è stato diagnosticato il diabete mellito di tipo 1, una malattia autoimmune congenita.
Quella estate, la 22enne notò un improvviso cambiamento nel suo organismo «Bevevo più di otto litri d’acqua in un giorno perché avevo tanta sete. Avevo anche problemi di vista» spiega la 22enne; la diagnosi arrivò subito: «È stato molto difficile per me. Avevo paura di non essere più in grado di fare ciò che mi piace»
Fortunatamente, era un timore infondato, e l’amore per il suo sport è stato più forte del diabete; anche se le prime settimane sono state difficili e ha dovuto abituarsi alla nuove routine, ora convive con la sua malattia da oltre un anno e la sta affrontando bene. Le sue giornate iniziano sempre con il controllo dei livelli di zucchero nel sangue, che deve ripetere più volte al giorno, prima di ogni pasto e durante l’allenamento, poiché i valori sono particolarmente instabili, e deve calcolare la quantità di insulina che deve iniettare.
Per una ragazza così giovane, per cui dovrebbe essere scontato uscire con gli amici e passare del tempo insieme, diventa difficile anche andare in un ristorante. «Amo cucinare e fare dolci e sono stato in grado di adattarmi bene alla mia malattia. Ma quello che mi fa male è che non riesco più a mangiare pizza e dolci perché il mio corpo reagisce in modo sensibile»
Nei raduni con la squadra, invece, c’è spesso un cuoco a disposizione, quindi la giovane biatleta non deve preoccuparsi più di tanto dei suoi pasti. Ciò che la infastidisce invece sono le interruzioni del suo allenamento, perché i suoi livelli di zucchero nel sangue fluttuano molto mentre fa sport. «Sono davvero stufa di tutto questo. Ma fortunatamente i miei allenatori e compagni di squadra mi supportano molto, quindi posso ancora superare il mio allenamento»
Jandová vuole incoraggiare le persone a praticare sport, anche ad alti livelli, anche con il diabete. Condivide la sua vita quotidiana tra allenamenti, iniezioni e tempo libero sui suoi canali di social media. Scrive di come è cambiato il suo corpo, quando ha dei dubbi e di quale attrezzatura ha bisogno quando viaggia per avere abbastanza insulina con sé. «Per me è importante dimostrare che ci sono anche brutte giornate e che a volte va benissimo essere più in difficoltà»
Allo stesso tempo, vuole educare le persone sul diabete e sconfessare gli stereotipi. Per la prossima stagione, il suo obiettivo è quello di poter gestire l’intero calendario delle competizioni. La scorsa stagione è stata di alti e bassi, facendo avanti e indietro tra la IBU Cup e la IBU Junior Cup, ed è stata inoltre costretta a terminare la stagione in anticipo per un infortunio al piede. «Non baso il successo della mia stagione sui risultati. Voglio gareggiare per tutta la stagione. Ma devo giudicare di gara in gara. Il diabete può sempre sorprendermi, ma combatterò»
L’amore per lo sport è più forte di una diagnosi: la storia di Tereza Jandová, che continua a fare biathlon nonostante il diabete
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