Le recenti divergenze tra Johannes Hoesflot Klaebo e la squadra nazionale norvegese – unite ad una crescente tendenza alla formazione di squadre private – non possono che portare l’attenzione sui modelli e le dinamiche che reggono lo sci di fondo. A tal proposito si è espresso Anders Aukland, ex fondista norvegese, fermo sostenitore di una corrente di pensiero che invoca cambiamenti radicali all’interno dei modelli organizzativi e strutturali della squadra nazionale norvegese.
“La ragione di tutti i conflitti è che lo sci di fondo non si è evoluto – ha dichiarato Aukland al quotidiano Aftenposten – Il mondo è diverso oggi rispetto agli anni ’80. Il modello della nazionale è buono, ma antiquato. Ha bisogno di essere sviluppato, cosa che avrebbe dovuto essere fatta molto tempo fa”.
La convinzione del campione olimpico della staffetta di Salt Lake City 2002 affonda le radici nel suo impegno per lo sviluppo del circuito Ski Classics, dove il modello delle squadre private – ispirato al mondo del ciclismo – è già una realtà effettiva. Mentre questo tipo di realtà sta seguendo una crescita importante, dall’altra parte le realtà tradizionali dello sci di fondo devono far fronte a una situazione che evidenzia profitti in calo.
La convinzione del campione olimpico della staffetta di Salt Lake City 2002 affonda le radici nel suo impegno per lo sviluppo del circuito Ski Classics, dove il modello delle squadre private – ispirato al mondo del ciclismo – è già una realtà effettiva. Mentre questo tipo di realtà sta seguendo una crescita importante, dall’altra parte le realtà tradizionali dello sci di fondo devono far fronte a una situazione che evidenzia profitti in calo.
Secondo Aukland, il futuro dello sci di fondo sarà nelle mani di squadre composte da atleti di diverse nazionalità e di diverse età, che metteranno insieme donne e uomini. Un cambiamento che il norvegese ritiene necessario per la sopravvivenza del fondo e per poter coinvolgere sempre più atleti.