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Sci di fondo

Sci di fondo – Krüger ritorna sulla 50km di Planica: “Non voglio che i Mondiali vengano ricordati per quell’esclusione”

La 50km di Planica, che ha concluso i Campionati Mondiali del 2023 per lo sci di fondo è una gara che Simen Hegstad Krüger dimenticherà difficilmente; a differenza però di tante altre gare che hanno caratterizzato la carriera del 30enne, questa resterà impressa nella sua memoria per non avervi partecipato.
«Allora ero deluso, triste e arrabbiato per l’intera vicenda. Non lo dimenticherò mai. Ripensandoci ora, non avrei potuto fare di meglio» racconta Krüger dopo 8 mesi a VG.
Il fondista era nella forma migliore ai mondiali lo scorso inverno e lo ha dimostrato portando a casa l’oro iridato nella 15 km TL, nello skiathlon e nella staffetta. Ecco perché quando nella 50km Krüger non è stato nemmeno convocato (e non era nemmeno la prima riserva) ci sono state reazioni feroci in Norvegia. L’esperto di NRK Fredrik Aukland arrivò a definirlo come il più grande scandalo di sempre.
Alla fine, la gara è stata vinta da Pål Golberg davanti a Johannes Høsflot Klæbo e allo svedese William Poromaa, il che ha aiutato il norvegese a mettersi un po’ l’anima in pace.
«Nessuno sa come sarebbe andata a finire se mi avessero permesso di andare. Quando quelli con cui ci siamo schierati sono andati così bene, posso tranquillamente sopportare di essere un punto interrogativo all’esterno»

Anche perché solo una settimana dopo, di ritorno in Coppa del Mondo, ha conquistato la vittoria nello stesso formato a Holmenkollen, prima di vincere la 50km dei Campionati Nazionali con quasi tre minuti di vantaggio 30 giorni dopo.
«Era una situazione difficile. Naturalmente ero molto seccato e deluso da tutto. C’era molta confusione in giro, molto più di quanto pensassi» ricorda Krüger «non c’era bisogno di ingrandire la questione ancora di più, sarebbe stato facile uscire e dire qualcosa e ottenere molti titoli importanti sui giornali. Ho cercato invece di godermi quello che ho ottenuto. Non voglio che i Mondiali vengano ricordati per quello.»
«Ho detto tutto quello che volevo direttamente a Eirik Myhr Nossum (allenatore norvegese, ndr). Era importante per me, e penso che lo fosse anche per lui, anche se eravamo fortemente in disaccordo. So che è la parte peggiore del suo lavoro e che non si è mai d’accordo sulle esclusioni. Gli atleti si sentono subito messi l’uno contro l’altro, ma non hanno alcun ruolo nella selezione. È una possibile fonte di tensioni, ma penso che siamo comunque bravi a gestirla da professionisti»

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