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Biathlon, VIDEO – Fabrizio Curtaz in raduno a Livigno: “Non finisce tutto nel 2026, anzi bisogna lavorare per il periodo post Olimpiadi dove abbiamo già iniziato a gettare le basi”

Durante il raduno della Nazionale Juniores e quella Ain a Livigno che terminerà sabato 11 novembre, noi di Fondo Italia abbiamo avuto il piacere di poter assistere da vicino ad un paio di allenamenti al poligono.
E’ balzato nettamente all’occhio il clima disteso, di coesione e di grande rispetto, presente tra i giovani atleti e lo staff tecnico, allenatori capaci di “impartire gli ordini” con il sorriso sulle labbra e perché no aggiungendo magari una battuta ironica per far comprendere al meglio la finalità del training. Fondamentale tra lo staff la presenza delle “quota rosa” Samantha Plafoni e Aline Noro, capaci di intuire anche solo con uno sguardo, le preoccupazioni o le giornate no dei propri atleti maschi e femmine in genere. Ottimo feeling anche tra i colleghi Paulo Lazzarini e Saverio Zini per ciò che riguarda il gruppo di Interesse Nazionale. Lo stesso si può dire del team di allenatori della Squadra Juniores, dove non pare esistere nessuna gerarchia tra i vari: Fabrizio Curtaz, Luca Ghiglione, Simon Leitgeb e Jan Kuppelwieser.
Insomma una piccola grande famiglia, dove l’innegabile fare discreto e pacato dell’ex tecnico azzurro Fabrizio Curtaz attualmente responsabile dei progetti di sviluppo del settore biathlon, ne è da grande esempio. Proprio con l’allenatore valdostano abbiamo parlato della riuscita del progetto che ha visto più volte dall’inizio della preparazione i due gruppi di giovani allenarsi assieme, degli appuntamenti agonistici estivi sugli skiroll e sul giusto peso da attribuire agli Yog. Si è parlato anche del peso del biathlon italiano nel mondo grazie alle imprese di Vittozzi, Wierer e Giacomel, ma anche del comparto maschile, con il monito che non sarà facile preparare i Giochi di casa in tempi troppo brevi aggiungendo che il lavoro svolto in questi anni tra le fasce giovanili, darà i suoi frutti nei tempi debiti senza che si creino quei buchi generazionali come accadde nel passato. 

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