Lo scorso mese di settembre il Comitato Esecutivo della WADA (Agenzia Mondiale Anti Doping), nel corso del meeting di Shanghai, ha ribadito la situazione di non conformità di RUSADA, l’Agenzia Antidoping Russa, al Codice Mondiale Antidoping. Il motivo principale per cui lo stato di non conformità rimane invariato è che il Codice mondiale antidoping non è completamente integrato nella legislazione russa.
Oleg Matytsin, Ministro dello Sport russo, ha parlato in questi giorni del mancato rispetto da parte della RUSADA del Codice nel corso della Conferenza degli Stati della Convenzione Internazionale contro il doping nello sport che si è tenuta a Parigi il 25 e il 26 ottobre nella sede dell’UNESCO.
«La Russia adempie sempre in modo coerente e sistematico ai propri obblighi internazionali nel quadro della Convenzione dell’UNESCO contro il doping nello sport, che è l’unico documento globale per le agenzie governative nel campo della lotta al doping nello sport.» ha dichiarato secondo quanto riporta l’emittente sportiva russa Match TV «Ora ci troviamo di fronte a una delle sfide più serie: il rifiuto dei principi di uguaglianza nell’arena sportiva. Nelle condizioni attuali, noi ministri dello Sport abbiamo la responsabilità speciale di fare tutto il possibile per garantire che lo sport rimanga tale e non un’arena per giochi politici.»
Il Ministro dello Sport ha osservato che le richieste critiche della WADA di modificare la legislazione russa sono un’ingerenza diretta negli affari interni di uno Stato sovrano.
«La legislazione della Federazione Russa è pienamente coerente con la Convenzione e con le altre norme giuridiche internazionali in questo settore, come è stato più volte confermato dagli organi competenti dell’UNESCO e del Consiglio d’Europa. Il Codice mondiale antidoping non dovrebbe essere utilizzato come strumento di pressione sui paesi che non sono firmatari del Codice»
A partire dal 22 settembre, data in cui il Comitato Esecutivo di WADA ha emesso la sua decisione in merito a RUSADA, l’Agenzia antidoping russa ha avuto 21 giorni di tempo per presentare ricorso, che sarebbe stato formalmente presentato nel mese di ottobre, stando a Match TV. La questione, a seguito del ricorso, è stata deferita al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna.
Le conseguenze della conformità prevedono che gli atleti russi non possano competere sotto la propria bandiera e l’inno non possa essere suonato in caso di vittoria; inoltre il Paese non ha il diritto di ospitare competizioni internazionali. Tutto ciò indipendentemente dalla situazione politica attuale, che ha portato comunque all’esclusione degli atleti russi dalle competizioni da parte di molte Federazioni Internazionali, e dalle sanzioni del CIO.
Le conseguenze della conformità prevedono che gli atleti russi non possano competere sotto la propria bandiera e l’inno non possa essere suonato in caso di vittoria; inoltre il Paese non ha il diritto di ospitare competizioni internazionali. Tutto ciò indipendentemente dalla situazione politica attuale, che ha portato comunque all’esclusione degli atleti russi dalle competizioni da parte di molte Federazioni Internazionali, e dalle sanzioni del CIO.