Lo scorso inverno è stato molto complicato per Émilien Jacquelin: dopo i mondiali di Oberhof il biatleta francese ha messo fine anzitempo alla propria stagione, e proprio quando era lontano dalle piste di gara si è reso protagonista, suo malgrado, del terremoto che ha scosso la nazionale francese sul finale di stagione, con un botta e risposta con Vincent Vittoz, allora dimissionario.
Dopo queste turbolenze, per Jacquelin si avvicina il momento di rimettere gli sci ai piedi, dopo aver affrontato serenamente l’estate, seppur ancora con alti e bassi.
“Tutto è andato bene fin dall’inizio della preparazione. Il mio morale è buono, anche le mie gambe, quindi va bene. Ho superato i brutti momenti che potrei aver avuto. Sono dietro di me. Sento di poter attivare la modalità boost. Mentalmente, ho iniziato a cambiare nelle ultime settimane” ha raccontato Jacquelin a SkiChrono “Fino ad allora c’erano ancora i fantasmi del passato, ad esempio durante la gara della MFNF mi chiedevo dove fossi. Questa volta non ho vinto, ma è stato bello fare di nuovo una gara come questa. Anche al Blink di agosto, erano sei mesi che non facevo una gara, mi sentivo davvero strano. Ho avuto l’impressione di aver decostruito tutto così tanto negli ultimi due anni, in termini di riprese, ma anche in termini di divertimento, che non ci fosse più molto divertimento.”
Un tunnel complesso, quello che ha affrontato l’atleta 28enne. Quando manca il divertimento e la motivazione, in un contesto che porta lontani da casa per lungo tempo e mette a dura prova fisico e mente, è facile venire accarezzati da pensi cattive e l’idea di lasciare le competizioni non sembra poi così malsana. Ritrovare la giusta motivazione è un percorso lungo e non semplice.
“ È una ricostruzione che si sta facendo a grande velocità in un’unica preparazione. Di giorno in giorno, di settimana in settimana, vedo che il mio stato d’animo è diverso. L’unica cosa che deve ancora cambiare è il fisico. Perché negli ultimi mesi ho voluto riscoprire ciò che costituisce la mia identità di biatleta, in particolare il mio atteggiamento nei confronti del tiro, su cui è stato molto piacevole e stimolante lavorare. E sento di averlo raggiunto proprio adesso.”
Ora che la stagione delle gare si avvicina, bisogna creare degli obiettivi specifici su cui concentrare la propria attenzione per essere al meglio all’appuntamento di Novembre ad Oestersund con l’avvio della Coppa del Mondo.
“Il fisico c’è, ma è comunque lì il mio prossimo obiettivo” ha continuato “perché è stato soprattutto l’aspetto della ripresa che mi ha richiesto di ricreare una certa dinamica. E fisicamente fino ad allora ero stato un bravo studente senza strafare, senza metterci energie extra. Ho fatto il lavoro che mi è stato chiesto di fare, sul serio. Ma in nessun momento ci ho messo qualcosa in più. Questo è il mio obiettivo per il mese di ottobre. Ogni mese mi pongo degli obiettivi tecnici o mentali. E lì l’obiettivo è tornare con un presunto spirito competitivo. Penso di averlo sempre avuto, ma a volte non assumevo il mio status.”
L’obiettivo per questa stagione è presto detto: tornare sul podio il più velocemente possibile.
“Dal primo o dal terzo fine settimana per poi creare una spirale positiva e andare avanti. So di avere le capacità e sto lavorando per questo. Quindi alla fine si tratta solo di implementazione. So che le difficoltà sono sempre più intense, ma so che anch’io ho le armi per farlo. Quindi la cosa più importante è tornare presto sul podio e giocarsi la vittoria. Credo che il podio sia più abbordabile della vittoria. L’anno scorso ho conquistato tre podi consecutivi nel mese di dicembre, ho sempre ottenuto buoni risultati in questo periodo. Fare podi è ciò per cui mi alleno, sarei molto deluso se non ci riuscissi durante la stagione. E bisogna anche saper riconoscere le proprie ambizioni. L’anno scorso l’ho detto, ma l’ho nascosto un po’ di più, perché era quello che la gente si aspettava da me. Ma lì non è pressione, nel senso che se voglio non devo rendere conto a nessuno.”
Questa ritrovata serenità e consapevolezza è probabilmente frutto anche dei nuovi innesti nello staff tecnico del settore maschile della squadra nazionale di biathlon: su tutti, naturalmente, Simon Fourcade, amico di lunga data di Jacquelin. Un arrivo nel team che il francese assicura essere andato molto bene.
"Stiamo utilizzando un approccio di allenamento abbastanza diverso, focalizzato sulle intensità, su nuovi protocolli, il che è interessante. Anche se sarà la stagione a dirci se la preparazione è riuscita oppure no. Ma sono molto felice di lavorare con lui. Ci chiedevamo se essere così vicini sarebbe stato un punto di forza o di debolezza. Ma in realtà è un punto di forza perché mi sento più a mio agio a dirgli quando le cose non vanno bene, oppure quando va tutto bene. C’è molta sincerità. Riusciamo a mettere da parte l’amicizia quando lavoriamo, lui ha già avuto modo di tirarmi su! Abbiamo già avuto discussioni che hanno avuto una buona risonanza con me e che hanno avuto un impatto su questa evoluzione che ho avuto. Ho già ringraziato gli allenatori perché già prima dell’inizio della stagione sono super felice di ritrovare il piacere nel mio sport!”