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Sci di fondo

Fondo – Stepanova risponde alle accuse di Välbe: “Ho imparato da lei, accontento il mio pubblico” E continua: “Un atleta deve essere showman, chi ricorda Bjørgen?”

Non si placano le polemiche e il chiacchiericcio in Russia dopo l’a dir poco controversa intervista rilasciata da Jelena Välbe in cui, tra le altre cose, sono stati presi di mira diversi esponenti del mondo sportivo russo. Una su tutte è sicuramente Veronika Stepanova, da tempo bersaglio delle critiche dell’ex fondista e presidente della Federazione Russa di Sci per la sua esposizione mediatica, dall’uso dei social alla rubrica che scrive sulle pagine di Match.tv.
Nell’ultima sparata, Välbe sostiene di sapere per certo che dietro la firma di Stepanova si nasconderebbe qualcun altro. La risposta della 22enne, densa di sarcasmo, non si è fatta certo attendere, proprio attraverso quella colonna oggetto di dibattito.
“Non sto scrivendo qui, ovviamente. Non scrivo affatto, non appaio in TV e non parlo davanti ai fan. E anche correre, come avrete già capito, non sono io: è tutto un ologramma di Matrix. Tutti i miei numerosi amici e colleghi non mentiranno: è una finzione, un miraggio”
“Ho sempre pensato che un atleta professionista sia prima di tutto un uomo di spettacolo. Le vittorie in pista, sul campo o sul tappeto sono solo un fattore, un motivo per essere ricordati, ma non la ragione. Petter Nortug è ricordato e sarà ricordato, Marit Bjorgen (condizionale d’obbligo) è già stata dimenticata dai più. E fin dall’inizio ho accettato le regole di questo gioco: non si può accontentare tutti, è importante accontentare il pubblico di riferimento.”
Mettendo da parte per un attimo la querelle con la sua “mentore”, un altro passaggio della colonna di Stepanova è degno di essere commentato. La fondista infatti dichiara di aver intrapreso la collaborazione con Match.tv per offrire un servizio migliore al giornalismo sportivo e ai migliaia di appassionati, senza intermediari, lanciandosi in un confronto tra la stampa russa, soprattutto quella della carta stampata, e quella scandinava. “I nostri "scribi" hanno un solo genere: una lunga intervista con un atleta su tutto nel mondo. Il corrispondente di Dagbladet o Nettavissen scrive quasi sempre del problema: intervista più atleti contemporaneamente, fornisce statistiche, grafici, tutto questo è accompagnato da foto professionali e non rubate dai social network degli atleti. Capisco che questo è molto più lungo, più difficile, più costoso, ma molto meglio. Non vedo nessun professionista moderno che lavori nello spirito del 21° secolo, non di quello scorso, nel giornalismo sportivo.”
Considerazioni interessanti le sue, che non tutti condivideranno – in patria e fuori – ma Stepanova stessa ammette di non avere alcun interesse per la raccolta dei consensi, mettendo al primo posto la franchezza, anche quando molti, Välbe su tutti, hanno provato a dissuaderla. Lei, d’altronde, ritiene di aver imparato da qualcuno in particolare che, proprio quanto lei, non ha peli sulla lingua e non ha paura dei conflitti con i suoi superiori. Jelena Välbe, naturalmente.
“Ha fatto ciò che riteneva giusto per tutta la sua carriera sportiva. Sia quando ha perso le Olimpiadi perché era incinta, sia quando ha preso il microfono e ha condannato pubblicamente le sue compagne di squadra. Sono passati più di 25 anni e chi si ricorda di loro adesso? Välbe invece è su tutti i giornali."
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