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Sci di fondo

Sci di fondo – Supporto, formazione e ridefinizione del successo alla base della lotta ai disturbi alimentari

Jessie Diggins, una figura amata nel mondo dello sci di fondo, ha recentemente riportato sotto i riflettori il delicato tema dei disturbi alimentari nello sci di fondo, condividendo coraggiosamente la sua battaglia. La campionessa olimpica ha rivelato di star lottato di nuovo con un disturbo alimentare, sottolineando l’importanza di cercare aiuto e supporto. 
La sua storia ci ricorda che anche gli atleti più navigati, quelli che agli occhi degli appassionati sembrano forti ed imbattibili, possono trovarsi ad affrontare questo genere di sfide, evidenziando la necessità di discussioni aperte e l’importanza della destigmatizzazione.
Vedere atleti che si spingono ai limiti delle loro capacità fisiche e anche oltre, alla ricerca delle massime prestazioni e della forma fisica perfetta, fa talvolta dare per scontato che dietro l’atleta può celarsi una persona con delle fragilità che vengono a galla nel momento in cui l’enfasi sulle prestazioni e la ricerca del risultato prendono il sopravvento.
I disturbi alimentari non sono rari tra i fondisti, in un contesto in cui l’attenzione al dettaglio per raggiungere determinate prestazioni e risultati può facilmente sfociare in un percorso fisicamente e mentalmente dannoso. Un’alimentazione inadeguata può causare livelli di energia impoveriti, muscoli indeboliti e di conseguienza ad un maggior rischio di infortuni. L’incessante ricerca delle prestazioni può portare a rendimenti decrescenti, ostacolando in ultima analisi i progressi e i risultati di un atleta.
Come suggerisce Leandro Lutz su Proxcskiing, la lotta contro i disturbi alimentari nello sci di fondo, e nello sport in generale, richiede un approccio sfaccettato. L’atleta deve poter trovare su un ambiente in cui sentirsi a proprio agio, libero di aprirsi sulle proprie debolezze senza paura di giudizi, contando su una rete di supporto fatta di allenatori, compagni di squadra e professionisti nell’ambito sportivo, sanitario e psicologico che orbitano attorno a loro. È essenziale intervenire precocemente ma è possibile farlo solo se si è in grado di riconoscere i segni dei disturbi alimentari e per questo è fondamentale fare formazione su questo argomento a tutti i livelli nel mondo dello sport. Infine c’è un terzo passo che deve essere compiuto e questo coinvolge anche ciascuno di noi, media e pubblico inclusi: è tempo di guardare allo sport, alle prestazioni e ai risultati con occhi diversi, oltre i dati e le classifiche, celebrando ogni singolo atleta non solo nei suoi successi ma anche nei momenti difficili, incoraggiandone la forza, la perseveranza e il benessere fisico e mentale.
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