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Sci di fondo

La protesta – Attivisti ambientalisti hanno cercato di invadere la pista nel finale della Lysebotn Opp

Due attivisti ambientalisti sono stati fermati nel corso della protesta che stavano effettuando mercoledì in occasione della gara maschile a spinte della Lysebotn Opp, prima competizione valida per il Blinkfestivalen.
Sul rettilineo finale, infatti, una volta passato il mezzo meccanico che precedeva il britannico Andrew Musgrave, un uomo e una donna hanno scavalcato le recinzioni e hanno iniziato a inscenare la propria protesta lungo il rettilineo finale, andando lei in senso opposto all’arrivo con uno striscione contro il petrolio, mentre lui ha gettato una sorta di polvere arancione sul rettilineo di arrivo, ma è stato fermato dal pronto intervento di alcuni volontari del comitato organizzatori prima ancora di riuscire a mostrare il proprio striscione. Anche la donna è stata fermata dopo aver corso successivamente verso la linea del traguardo ed essere riuscita a mostrare il proprio striscione di protesta. Ricordiamo che attivisti contro i combustibili fossili si erano resi protagonisti anche nel corso della precedente Coppa del Mondo di sci di fondo, quando invasero la pista di Lillehammer in occasione di una caotica mass start da 20 km. In quell’occasione la protesta era stata fatta da un numero ben copioso di contestatori, con tanto di fumogeni e striscioni, gettando anche vernice in pista e cercando di bloccare la gara.
Una protesta che in Norvegia è molto sentita, in quanto il paese vive una enorme contraddizione. Lo stato scandinavo, infatti, ha tanti giacimenti di petrolio, di cui è maggior produttore dell’Europa occidentale, e gas (uno dei maggiori esportatore al mondo), grazie ai quali è cresciuta la ricchezza del Fondo sovrano norvegese. Il paradosso sta che lo stesso fondo sovrano norvegese, che nel 2021 aveva un valore di mercato di 1200 miliardi di euro, è lo stesso che poi sovvenziona la svolta green del paese, attraverso vari incentivi che lo stato norvegese può permettersi proprio alla ricchezza derivata dalla produzione di energie fossili. 
Insomma, da un lato la Norvegia ha investito miliardi per costruire una importante produzione di energie rinnovabili, dall’altro lato è anche uno dei più grandi produttori di petrolio e gas del mondo e le sue esportazioni di combustibili fossili sono in continua crescita, anche come conseguenza del conflitto in corso tra Russia e Ucraina. 

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