Siegfried Mazet, allenatore della Nazionale di biathlon norvegese, è un vero e proprio "guru" nel mondo della carabina, che ha vissuto tanto nei panni di atleta quanto in quelli di tecnico.
Davanti ai suoi occhi si sono sfidate generazioni diverse e la stessa disciplina ha fatto registrare dei cambiamenti significativi nel suo svolgimento: "C’è stato uno sviluppo dal punto di vista tecnico dello sci, dei materiali, della velocità di tiro – ha dichiarato a ‘Biathlonworld’ –. Oggi i biatleti si prendono più rischi, sparano molto velocemente e in modo aggressivo, mettendo pressione agli avversari. Questo mi piace molto, soprattutto nella mass start, nell’inseguimento e nelle staffette miste! Questo è ciò che la gente ama, uno spettacolo di 45 minuti con tutto ciò che accade al poligono di tiro: è la vera evoluzione del biathlon".
A inizio anni Novanta, Mazet si è allenato con la leggenda transalpina Raphaël Poirée, che gli ha insegnato una grande lezione: "Ogni allenamento è una competizione e ogni competizione è un allenamento". Ed è effettivamente così: se indossi una pettorina di gara e ti comporti in modo diverso rispetto all’allenamento, i risultati non arrivano.
Davanti ai suoi occhi si sono sfidate generazioni diverse e la stessa disciplina ha fatto registrare dei cambiamenti significativi nel suo svolgimento: "C’è stato uno sviluppo dal punto di vista tecnico dello sci, dei materiali, della velocità di tiro – ha dichiarato a ‘Biathlonworld’ –. Oggi i biatleti si prendono più rischi, sparano molto velocemente e in modo aggressivo, mettendo pressione agli avversari. Questo mi piace molto, soprattutto nella mass start, nell’inseguimento e nelle staffette miste! Questo è ciò che la gente ama, uno spettacolo di 45 minuti con tutto ciò che accade al poligono di tiro: è la vera evoluzione del biathlon".
A inizio anni Novanta, Mazet si è allenato con la leggenda transalpina Raphaël Poirée, che gli ha insegnato una grande lezione: "Ogni allenamento è una competizione e ogni competizione è un allenamento". Ed è effettivamente così: se indossi una pettorina di gara e ti comporti in modo diverso rispetto all’allenamento, i risultati non arrivano.
Come allenatore, Siegfried Mazet oggi è diverso dal tecnico che era dieci anni fa: "Se Martin o Simon Fourcade vedessero come sto allenando Johannes o Tarjei Bø, rimarrebbero sorpresi – ha esclamato –. Devo dire che il mio mentore è stato Jean-Paul Giachino. Quando ho iniziato con i francesi, sia lui che Stéphane Bouthiaux avevano molta esperienza. Ho imparato da entrambi, ma soprattutto da Jean-Paul; erano sempre silenziosi, ma quando parlavano sapevano usare le parole giuste. Bisogna ascoltare gli altri".
Certo, oggi Mazet può contare su una maggiore dose di esperienza e sa che a rendere un biatleta migliore sono gli avversari e la consapevolezza di avere più chance di fallire che di avere successo.
Lui, peraltro, ha avuto l’onore di allenare Martin Fourcade, Ole Einar Bjørndalen e, ora, Johannes Thingnes Bø. Ma chi ha più talento dei tre? "Ripenso a Martin, che aveva molto talento in piedi, ma la posizione prona era così difficile per lui. Tutti hanno lavorato sodo per raggiungere un livello super. In termini di abilità naturali, senza dubbio il migliore è Johannes Thingnes Bø. A un certo punto della sua carriera, Johannes non si è allenato con il fucile per diversi mesi e si è scusato con me per non aver sparato. Eppure, quando è tornato a impugnare la carabina, non si poteva dire che non stesse sparando. Questo è talento naturale".
Lui, peraltro, ha avuto l’onore di allenare Martin Fourcade, Ole Einar Bjørndalen e, ora, Johannes Thingnes Bø. Ma chi ha più talento dei tre? "Ripenso a Martin, che aveva molto talento in piedi, ma la posizione prona era così difficile per lui. Tutti hanno lavorato sodo per raggiungere un livello super. In termini di abilità naturali, senza dubbio il migliore è Johannes Thingnes Bø. A un certo punto della sua carriera, Johannes non si è allenato con il fucile per diversi mesi e si è scusato con me per non aver sparato. Eppure, quando è tornato a impugnare la carabina, non si poteva dire che non stesse sparando. Questo è talento naturale".
La Norvegia ha vissuto una stagione spettacolare nell’inverno 2022/2023, ma il tecnico francese sa che quest’anno i rivali saranno più determinati che mai a battere i norreni. In particolare, Siegfried Mazet ha rimarcato che, a suo avviso, "i ragazzi più giovani come Niklas Hartweg e Tommaso Giacomel avranno successo. Saremo sotto attacco: dobbiamo prepararci a tutto, non vedo l’ora di combattere!".