Dieci uomini e dieci donne: per la prima volta dopo tanti anni, nella nazionale norvegese di sci di fondo c’è una rappresentanza femminile perfettamente alla pari con quella maschile. Di solito, gli uomini sono in leggero sovrannumero, come nella stagione appena conclusa (13-11). Eppure, secondo Ragnhild Haga questo nuovo equilibrio non riflette i valori in campo visti nella stagione 2022-23, dove la Norvegia ha strappato il successo in Coppa del Mondo sia al maschile che al femminile, rispettivamente con Johannes Klæbo e Tiril Udnes Weng.
«Lo sport ad alti livelli è basato sui risultati. Le squadre nazionali devono rispecchiare i valori che abbiamo visto durante tutto l’inverno. Pensavo che avrebbero chiamato 8 donne e 12 uomini. Dopotutto, i ragazzi hanno avuto risultati migliori», ha affermato la 32enne – appena ritirata – come riporta TV2. «Sono per l’uguaglianza, ma non qui. Penso che i risultati contino più del genere. Tutti i corridori della squadra nazionale hanno un’enorme carica in vista del Mondiale nel 2025 (che si disputerà a Trondheim, nda), ma se ci sono risultati migliori sul lato maschile avendo, ad esempio, 12 uomini e 8 donne, allora dovrebbe esserci un equilibrio diverso».
A fare le spese del mancato rinnovamento della nazionale norvegese, anche con l’abbandono di Klæbo, è stato Iver Tildheim Andersen, molto considerato in patria (al punto da essere indicato come il nuovo Northug) e già vincitore di una tappa di Coppa del Mondo – la 10 km a libero di Lillehammer – a soli 22 anni: «Un fondista come lui meritava un posto in nazionale», ha aggiunto Haga. «Io avrei fatto altre scelte, ma dobbiamo rispettare il fatto che ne abbiano scelti dieci per sesso».
La scelta di creare una squadra 2023-24 perfettamente equilibrata tra uomini e donne è stata decisa a tavolino, come ha ammesso lo stesso manager dello sci di fondo Espen Bjervig, secondo il quale ci deve essere un equilibrio anche nelle chiamate della nazionale.
A fare le spese del mancato rinnovamento della nazionale norvegese, anche con l’abbandono di Klæbo, è stato Iver Tildheim Andersen, molto considerato in patria (al punto da essere indicato come il nuovo Northug) e già vincitore di una tappa di Coppa del Mondo – la 10 km a libero di Lillehammer – a soli 22 anni: «Un fondista come lui meritava un posto in nazionale», ha aggiunto Haga. «Io avrei fatto altre scelte, ma dobbiamo rispettare il fatto che ne abbiano scelti dieci per sesso».
La scelta di creare una squadra 2023-24 perfettamente equilibrata tra uomini e donne è stata decisa a tavolino, come ha ammesso lo stesso manager dello sci di fondo Espen Bjervig, secondo il quale ci deve essere un equilibrio anche nelle chiamate della nazionale.