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Sci di fondo

Sci di fondo – L’ex allenatore Mundal all’attacco dopo le rinunce di Klæbo e Skistad: “Se i più forti al mondo rifiutano la nazionale, evidentemente qualcosa non va”

Piovono critiche da tutte le parti dopo l’annuncio delle squadre norvegesi di sci di fondo per la stagione 2023/24. L’opinione pubblica non ha apprezzato né il processo di selezione né il fatto che atleti del calibro di Klæbo e Skistad abbiano lasciato la squadra nazionale, allenandosi per contro proprio. Nessuna critica agli atleti, ma alla federazione per come ha gestito la situazione.
Al coro di critici si è unito anche Steinar Mundal, ex allenatore delle nazionali di sci di fondo e biathlon della Norvegia, tecnico dalla grandissima esperienza internazionale, oggi settantaduenne, che in passato ha allenato anche Vibeke Skofterud, Petter Northug e Martin Johnsrud Sundby. Negli ultimi anni ha anche allenato Even Northug, Mikael Gunnulfsen e Kari Øyre Slind. 
Mundal ha scritto un articolo su Langrenn. «È con sorpresa che apprendo che i due migliori corridori dello sci di fondo femminile e maschile internazionale scelgono di rifiutare la squadra nazionale norvegese per andare avanti da soli: Kristine Stavås Skistad e Johannes Høsflot Klæbo. Significa che hanno un sistema migliore al di fuori della nazionale? Cosa diavolo sta realmente accadendo nella Federazione di sci e nelle squadre nazionali? Nel corso della stagione sono state fatte diverse azioni e prese decisioni che mi hanno sorpreso e mi preoccupano».
L’ex allenatore ha iniziato la sua critica da un aspetto che lo stesso Klæbo ritiene centrale: l’allenamento in quota. «Questo tipo di allenamento è stato per molti anni una cosa ovvia per la squadra d’élite, soprattutto perché molte delle gare di Coppa del Mondo si svolgono ad alta/media quota. Ma la squadra nazionale, con l’eccezione di Klæbo, ha rinunciato negli ultimi anni all’allenamento sistematico in quota».
Mundal ha poi parlato del trattamento riservato ad alcuni atleti nel corso del processo di selezione: «Oltre ai due migliori corridori del mondo che rinunciano alla squadra nazionale, la direzione della nazionale sta riducendo il numero di corridori nelle squadre d’élite. Didrik Tønset avrebbe dovuto essere una presenza ovvia nel team, sulla base dei risultati di quest’anno e delle prestazioni stabili e solide fatte per diversi anni. Invece Tønseth è stato escluso, venendolo a sapere solo pochi giorni prima della presentazione della nazionale, per poi venire nuovamente incluso nella squadra domenica pomeriggio, dopo che Hans Christer Holund, a sorpresa, ha annunciato domenica mattina che si sarebbe ritirato per lasciare spazio ai giovani promettenti. Tønseth ha avuto tempo fino a lunedì mattina per decidere se accettare. Lo stesso giorno in cui Holund lascia, Johannes Høsflot Klæbo informa la dirigenza della nazionale che aveva deciso di portare avanti il ​​suo personale programma per la prossima stagione e di rinunciare al suo posto in nazionale. Nella dichiarazione, Klæbo ha sottolineato alla Federazione Norvegese che il modo in cui la squadra nazionale ha trattato i corridori è un fattore che ha contribuito alla sua scelta di restare al di fuori della squadra nazionale». 
L’ex allenatore ha quindi contestato anche alcune decisioni prese durante il Mondiale di Planica: «La cosa più strana per me è che due dei nostri migliori atleti ai Mondiali di Planica sono stati mandati a casa prima della 50 km. Simen Hegstad Krüger aveva già vinto tre ori e Hans Christer Holund aveva vinto un oro e un bronzo. Entrambi sono stati rimandati a casa. Lo capisca chi può. Sono in ottima forma ed entrambi eccellono sulle lunghe distanze, e non ditemi che non possono andare in classico».
Insomma Mundal ha lanciato molte critiche alla direzione tecnica, alla Federazione e in ultimo anche agli allenatori stessi: «Spero che per la Federazione Norvegese e per la direzione tecnica del fondo sia ancora importante che i migliori atleti stiano in nazionale. Qualcosa non va quando i migliori atleti al mondo di sci di fondo scelgono di prepararsi per conto loro».

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