“Non sono mai stati tanto vicini all’addio”. A parlare è Petter Northug al sito di TV2, emittente per cui ha lavorato nel corso dell’ultima stagione come opinionista sia di sci di fondo che di biathlon. Il riferimento è al futuro di Johannes Klæbo, la stella della nazionale norvegese, che a pochi giorni dalla presentazione della squadra nazionale, che avrà anche dei tagli rispetto al passato, non ha ancora sciolto gli ultimi dubbi sulla sua presenza in squadra.
Come si è visto già lo scorso anno, infatti, Klæbo ha iniziato a seguire un suo percorso, fatto di tanti giorni di allenamento in quota, ben diverso dalle due squadre norvegesi maschili, che nella passata stagione non hanno mai svolto raduni in quota.
«Non voglio entrare nel merito di come sta andando il dialogo con la Federazione in relazione alla prossima stagione – aveva scritto Håkon Klæbo qualche giorno fa a VG – non abbiamo ancora deciso se sarà in nazionale o meno».
Se da una parte crede che il futuro di Klæbo sia ancora in nazionale, dall’altra Petter Northug pensa anche che il rischio che il vincitore dell’ultima Coppa del Mondo possa invece proseguire da solo non sia mai stato così alto. «Potremmo avere una sorpresa scioccante – ha affermato Northug – l’abbiamo visto nell’e-mail del papà, qui ci sono ancora delle discussioni. Evidentemente non sono ancora del tutto d’accordo sul programma che è stato proposto. Klæbo si è allontanato sempre di più dal gruppo degli atleti e dal sistema delle nazionali. Se la cava molto bene nel “Team Klæbo”, con la sua famiglia vicina nel corso dei raduni, e ciò lo ha aiutato ad avere successo.
La Federazione deve dare a Johannes dei vantaggi. Se lo fa, allora lui continua, ma se ciò non accade, allora credo che la strada per una squadra privata sia molto breve. C’è uno sponsor pronto ad accogliere Johannes in vista del Mondiale di Trondheim.
Comunque non credo che lascerà quest’anno, ma allo stesso tempo sono convinto che non sia mai stato tanto vicino nel farlo. È cresciuto tanto nel sistema delle squadre nazionali, si è sviluppato come sciatore e rende molto bene sotto le ali di Arild Monsen nella squadra sprint. Penso che gli piaccia allenarsi con i migliori, ma vede anche che hanno delle priorità diverse riguardo alla quota e che, in un certo senso, si sono allontanati».