La carriera di Mikael Gunnulfsen ha rischiato di terminare a causa di una bruttissima frattura alla gamba nell’inverno del 2021. Dopo una lunga riabilitazione e un ritorno ad alti livelli durato praticamente due anni, il norvegese è rientrato in Coppa del Mondo da grande protagonista, arrivando subito in top-10 nella 10 km di Beitostølen per poi vincere la staffetta mista prima di Natale.
Un premio che Gunnulfsen ha meritato per tenacia, ma che per il norvegese è stato solo uno dei passi di una lunga risalita. Il 30enne del Team Aker Dæhlie ha infatti concluso la stagione con il quarto posto nella mass start di 20 chilometri a classico nelle finali di Lahti (a soli sette decimi da William Poromaa) e un bronzo nella 10 km a classico ai campionati nazionali di Tolga, dietro a Johannes Klæbo e Simen Krüger. Vorrà fermarsi qui? Certo che no, anche perché gli anni passano e ora è tempo di prendersi quelle soddisfazioni sportive che il destino gli ha tolto.
«La gamba non è mai stata al 100% dopo la frattura. Ci è voluto molto tempo ed è costato tanta energia: a volte ho faticato a credere che sarei tornato ai livelli del 2020. Ma ora sono lì, ed è bellissimo. La stagione è andata oltre ogni aspettativa. L’apertura a Beitostølen è andata molto meglio di quanto temessi. Se a ottobre qualcuno mi avesse detto che sarei salito sullo stesso podio di Klæbo e Krüger, o che sarei stato a un soffio da un podio individuale in Coppa del Mondo, non ci avrei mai creduto», queste le parole di Gunnulfsen a Langrenn. «Sono acque in cui non ho mai nuotato: diciamo che mi soddisfa di più il quarto posto di Lahti rispetto all’oro in staffetta, perché alla fine questo è uno sport individuale».
«Ora sono pronto a fare un altro passo: punto al Mondiale di Trondheim nel 2025. Dopo le belle esperienze vissute quest’inverno e soprattutto alla fine della stagione, devo il massimo impegno al dodicenne Mikael che ha iniziato a voler diventare un fondista», ha proseguito. «È un inverno incredibilmente importante quello che sta arrivando adesso. Devo entrare in nazionale, altrimenti la strada per il Mondiale sarà molto più lunga».
Un premio che Gunnulfsen ha meritato per tenacia, ma che per il norvegese è stato solo uno dei passi di una lunga risalita. Il 30enne del Team Aker Dæhlie ha infatti concluso la stagione con il quarto posto nella mass start di 20 chilometri a classico nelle finali di Lahti (a soli sette decimi da William Poromaa) e un bronzo nella 10 km a classico ai campionati nazionali di Tolga, dietro a Johannes Klæbo e Simen Krüger. Vorrà fermarsi qui? Certo che no, anche perché gli anni passano e ora è tempo di prendersi quelle soddisfazioni sportive che il destino gli ha tolto.
«La gamba non è mai stata al 100% dopo la frattura. Ci è voluto molto tempo ed è costato tanta energia: a volte ho faticato a credere che sarei tornato ai livelli del 2020. Ma ora sono lì, ed è bellissimo. La stagione è andata oltre ogni aspettativa. L’apertura a Beitostølen è andata molto meglio di quanto temessi. Se a ottobre qualcuno mi avesse detto che sarei salito sullo stesso podio di Klæbo e Krüger, o che sarei stato a un soffio da un podio individuale in Coppa del Mondo, non ci avrei mai creduto», queste le parole di Gunnulfsen a Langrenn. «Sono acque in cui non ho mai nuotato: diciamo che mi soddisfa di più il quarto posto di Lahti rispetto all’oro in staffetta, perché alla fine questo è uno sport individuale».
«Ora sono pronto a fare un altro passo: punto al Mondiale di Trondheim nel 2025. Dopo le belle esperienze vissute quest’inverno e soprattutto alla fine della stagione, devo il massimo impegno al dodicenne Mikael che ha iniziato a voler diventare un fondista», ha proseguito. «È un inverno incredibilmente importante quello che sta arrivando adesso. Devo entrare in nazionale, altrimenti la strada per il Mondiale sarà molto più lunga».