Moa Ilar è passata all’azione. Dopo aver ricevuto messaggi inaccettabili da parte di persone che nello sport non dovrebbero avere residenza, la svedese ha dichiarato ai connazionali di Expressen di aver denunciato con la Federazione una persona alla polizia.
«Ho fatto denuncia, è tutto a verbale. C’era una persona che mi ha scritto un messaggio oltre i limiti», queste le parole dell’atleta. «Sono orgogliosa e felice di avere una Federazione che mi difende e segnala questo episodio alla polizia».
Ilar aveva subito critiche, e purtroppo minacce, dopo aver rallentato nella parte conclusiva dello sprint di Lahti per permettere alla compagna di nazionale Maja Dahlqvist di giocarsi le sue carte nella Coppa di specialità. Che Dahlqvist ha vinto battendo in semifinale la svizzera Nadine Fähndrich e gestendo in finale (le bastava un quinto posto, è arrivata comunque quarta). Ilar non si è per nulla pentita di un gesto che, essendo stato giudicato antisportivo, le è costato la squalifica dalla gara: «Sono molto orgogliosa di quello che ho fatto, indipendentemente da come è stato accolto. Sembrava la decisione giusta lì per lì, e Maja mi era molto riconoscente».
«Ho fatto denuncia, è tutto a verbale. C’era una persona che mi ha scritto un messaggio oltre i limiti», queste le parole dell’atleta. «Sono orgogliosa e felice di avere una Federazione che mi difende e segnala questo episodio alla polizia».
Ilar aveva subito critiche, e purtroppo minacce, dopo aver rallentato nella parte conclusiva dello sprint di Lahti per permettere alla compagna di nazionale Maja Dahlqvist di giocarsi le sue carte nella Coppa di specialità. Che Dahlqvist ha vinto battendo in semifinale la svizzera Nadine Fähndrich e gestendo in finale (le bastava un quinto posto, è arrivata comunque quarta). Ilar non si è per nulla pentita di un gesto che, essendo stato giudicato antisportivo, le è costato la squalifica dalla gara: «Sono molto orgogliosa di quello che ho fatto, indipendentemente da come è stato accolto. Sembrava la decisione giusta lì per lì, e Maja mi era molto riconoscente».