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Biathlon – La stagione di Lisa Vittozzi, la fuoriclasse che non ha mai smesso di credere in sé stessa (FOTOGALLERY)

La notizia più bella per il biathlon italiano nella stagione 2022/23 è stata il ritorno ad alto livello di Lisa Vittozzi. Un talento cristallino, come quello in possesso della ventottenne di Sappada non poteva essere andato perduto, bisognava soltanto saperlo far riemergere, uscire da quel maledetto tunnel dove era rimasto nascosto negli ultimi due anni, come se fosse imprigionato da un maledetto incantesimo.

Alla vigilia della stagione c’era chi sembrava non credere più nel suo ritorno, forse anche tra i fan qualcuno iniziava a perdere le speranze, ma non lei, la protagonista, Lisa Vittozzi. L’atleta del CS Carabinieri ha saputo anche accettare le proprie fragilità, quella sofferenza che si è portata dietro negli ultimi anni e che non si vergogna di mostrare quando pensa a ciò che si è messa alle spalle, ha lavorato tanto, si è concentrata sul lavoro da fare e con prepotenza è tornata a mostrare quello che è il suo reale valore.
Lei ha sempre creduto in sé stessa, in quel talento che l’aveva portata ai vertici anno dopo anno in una crescita costante. Mentre tanti temevano che l’azzurra fosse ormai persa, ciò non lo credeva lei, sempre convinta del suo valore.

Su Vittozzi ha però puntato fortemente anche il direttore tecnico Klaus Höllrigl, che ricevuta l’eredità pesante e vincente di Curtaz, ha costruito un’Italia su due punte. Nessuna contrapposizione, la squadra azzurra ha due grandi campionesse e un gruppo di giovani di valore da far emergere, quindi bisognava mettere tutte nelle migliori condizioni possibili per esprimersi, facendo in modo che una rivalità tra campionesse, come quella tra lei e Dorothea Wierer, fosse invece utile a stimolare le atlete, le due protagoniste ma anche tutto il resto del gruppo, a rendere sempre al meglio, anziché essere un freno per qualcuna.

Scelta dopo scelta, è stata quindi creata la situazione ideale attorno alla sappadina. La conferma di Mirco Romanin, allenatore dal grande valore, capace di far crescere tantissimi giovani nello sci di fondo e nel biathlon, che ha anche un bel rapporto di amicizia con Vittozzi, che conosce ormai da tanti anni. Poi la promozione di Edoardo Mezzaro, allenatore umile quanto bravo, molto tecnico, quasi maniacale nel suo lavoro al poligono, nell’analisi di ogni tiro. Infine il colpo più importante, quello di Jonne Kähkönen, che Höllrigl è andato a prendere in Finlandia. Un allenatore esperto, che in carriera ha vinto tanto, nelle cui doti di coaching e umane il nuovo dt azzurro ha visto le caratteristiche ideali per un gruppo giovane e soprattutto per aiutare Lisa a ritrovare sé stessa. Al di là delle sue qualità di “insegnare” biathlon, della grande esperienza maturata in questi anni, nel caso specifico di un’atleta ormai matura come la sappadina serviva soprattutto un uomo che sapesse conquistarne la fiducia, trasmettendole calma e aiutandola a ritrovare certezze senza mettersi troppe pressioni. Lo si è visto fin dall’inizio, con un atteggiamento allo stesso tempo protettivo e severo, capace di parlare con calma e trasmettere tranquillità come di farla lavorare di più quelle rare volte in cui magari la vedeva più rilassata. Un comportamento quasi paterno con lei e le altre azzurre, che si percepisce anche dai social, nelle sue stories colme di ironia e affetto, ma anche orgoglio.
Ciò ha funzionato, perché questo gruppo, sotto la supervisione di Alex Inderst, allenatore esperto che ha saputo subito gestire al meglio la situazione preparando i programmi in maniera strategica, in grado conquistare la fiducia dell’azzurra, un passo fondamentale e tutt’altro che semplice. Vittozzi aveva bisogno anche e soprattutto di questo, sentire di potersi fidare.

Il lavoro estivo è stato importante ovviamente anche dal punto di vista tecnico, in quanto sono stati apportati dei cambiamenti, si è deciso di ricostruire il tiro e ripartire quasi da zero. Nel corso della stagione, poi, è stata anche apportata una modifica alla carabina dopo l’episodio di Pokljuka dove ci si è accorti che l’azzurra a volte dava inavvertitamente tacche.

Creato l’ambiente ideale, però, la parte più importante doveva farla Lisa Vittozzi, perché poi spettava soltanto a lei uscire dalle difficoltà, in quanto alla fine è sempre lei che scia in pista e spara al poligono, lì da sola di fronte a quei bersagli da centrare in qualsiasi condizione. Non era scontato, né facile, serviva tanta forza e molta fiducia in sé stessa, credere davvero alle proprie qualità e a quel talento cristallino che tutti avevamo ammirato. Era facile avere dei dubbi e lasciarsi sopraffare da essi, ma Vittozzi è sempre stata troppo convinta nei propri mezzi per non tornare, per non vincere la sua battaglia e regalare al biathlon internazionale uno dei ritorni più belli.

Non era scontato, non era semplice, non era certo, ma lei ce l’ha fatta, ritornando anche più forte di prima, perché un conto è fare una crescita costante, un altro è invece sapersi risollevare dalle difficoltà, qualcosa che ti dà molta più consapevolezza. Anche i freddi numeri certificano questo enorme passo avanti: 8 podi stagionali, due in più rispetto al 2019, dal 55% all’86% nel tiro a terra, dall’86.5% al 90.6% in piedi, un miglioramento anche sugli sci e leggera crescita nella velocità d’esecuzione al poligono.
Così tutto il mondo del biathlon è stato felice per lei, le ha dimostrato affetto, ha esultato per aver ritrovato una campionessa umana, capace di mostrare pubblicamente anche ciò che prova, senza nascondersi, di essere sé stessa senza alcuna maschera, senza finte corrazze, capace di mostrare e riconoscere anche le proprie fragilità che non è segno di debolezza, come erroneamente crede la società, ma di forza. E questo forse ha fatto crescere ulteriormente il numero dei suoi tifosi, oltre ovviamente a gesti tecnici di pura classe come l’ultimo poligono della staffetta di Oberhof.
Da adesso in poi il passato è definitivamente alle spalle, di fronte c’è solo il futuro e quei sogni che in realtà sono obiettivi, ai quali Vittozzi da sempre aspira.

Allora riviviamo insieme attraverso questa fotogallery i momenti più significativi della stagione della sappadina, dal ritorno ai vertici visto già in estate a Ruhpolding, al podio nella prima gara di Coppa del Mondo a Kontiolahti, dalla sprint da incubo a Pokljuka, che si è rivelata però utilissima, al ritorno alla vittoria in Coppa del Mondo a Ruhpolding e il podio di Anterselva che sapeva di rivincita, fino al Mondiale di Oberhof da protagonista, con quattro medaglie e un’ultima frazione da sogno nella storica staffetta d’oro, fino a chiudere con la coppa di specialità alzata a Oslo.

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