Con i campionati nazionali svedesi chiusi ieri a Kalix, Anna Dyvik appende gli sci al chiodo. La svedese ha confermato il suo ritiro, annunciato due settimane fa in occasione della tappa di Falun di Coppa del Mondo, dopo il 16esimo posto nella 30 km di ieri, a 10’23" dalla vincitrice Ebba Andersson.
Dyvik ha spiegato come il suo corpo le abbia mandato nel corso del tempo messaggi sempre più chiari, che non potevano più essere ignorati: «È un sollievo, ma in un certo senso è anche un po’ triste lasciare questo sport. È un sollievo perché questi campionati nazionali sono stati un’esperienza tutt’altro che piacevole. Non mi sono goduta nemmeno un metro di questi 30 km. La mia schiena era così dolorante fin dall’inizio della gara. Ora sono molto stanca e mi sento triste», questo il suo commento a Expressen. «Non ho rimpianti, ma vorrei essermi ascoltata di più e aver avuto più gentilezza con me stessa. Sono cresciuta come persona e sono incredibilmente orgogliosa della mia carriera».
Dyvik ha spiegato come il suo corpo le abbia mandato nel corso del tempo messaggi sempre più chiari, che non potevano più essere ignorati: «È un sollievo, ma in un certo senso è anche un po’ triste lasciare questo sport. È un sollievo perché questi campionati nazionali sono stati un’esperienza tutt’altro che piacevole. Non mi sono goduta nemmeno un metro di questi 30 km. La mia schiena era così dolorante fin dall’inizio della gara. Ora sono molto stanca e mi sento triste», questo il suo commento a Expressen. «Non ho rimpianti, ma vorrei essermi ascoltata di più e aver avuto più gentilezza con me stessa. Sono cresciuta come persona e sono incredibilmente orgogliosa della mia carriera».
«Devo davvero ringraziare tutti gli amici delle piste che mi hanno raggiunto e aiutato a tirare avanti. È stato un traguardo davvero meraviglioso. Ho condiviso la mia vita con questo gruppo per tanti anni: è un rapporto speciale e mi mancherà molto la vita da sciatrice», ha proseguito Dyvik. Che poi ha chiuso con il sorriso: «Ora vedrò cosa fare nella mia vita, se qualcuno ha un lavoro si faccia vivo!».