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Sci di fondo

Sci di fondo – Dahlqvist, coppa sprint senza vittorie grazie al sacrificio delle compagne; Fähndrich scoppia in lacrime

In una stagione per lei senza vittorie, nella quale aveva conquistato il bronzo ai Mondiali e sei podi in Coppa del Mondo, Maja Dahqlvist ha vinto la coppa di specialità sprint. Pur essendo la terza sprinter svedese in questa stagione, la ventottenne, che compirà ventinove anni tra poche settimane, ha fatto sua la coppetta sprint grazie a una serie di circostanze particolari, legata alle assenze delle varie Sundling, Ribom e Skistad nel corso della stagione, ma anche a una Svahn non ancora al cento per cento, e al gioco di squadra delle compagne.
Non sono mancate le polemiche infatti al termine della sprint a tecnica classica di Lahti. A causa della rottura di un bastone, infatti, Dahqlvist stava per uscire in semifinale, ma la compagna di squadra Moa Ilar si è palesemente fermata per permettere così a Dahqlvist di qualificarsi in semifinale. Un gesto che le è anche costato la squalifica, perché ritenuto antisportivo. In semifinale, poi, la svedese ha fatto il suo lavoro qualificandosi per la finale ed eliminando proprio Nadine Fähndrich, la sua principale avversaria per la lotta di specialità, la svizzera vincitrice di ben tre gare in questa stagione. A quel punto a Dahlqvist sarebbe bastato un quinto posto in finale, e Ribom ha dato l’impressione di correre per proteggerle le spalle, rinunciando di fatto alla propria gara.
Insomma un grande gioco di squadra da parte del team più forte, che paradossalmente ha portato alla vittoria la sua unica carta a disposizione, rappresentata dalla terza o quarta migliore atleta svedese nel format.
In lacrime, Nadine Fähndrich ha evitato polemiche di fronte ai media: «Sono una squadra. Lavorano l’una per l’altra e non l’una contro l’altra – ha ammesso affranta la svizzera a NRK – è stata una sua scelta, non so cosa io avrei fatto.Volevo davvero vincere questa coppa, soprattutto perché tutta la squadra lavora così duramente per me». A quel punto anche Kerttu Niskanen è accorsa a cercare di consolarla e tirarle un po’ su il morale, secondo quanto raccontato dai media norvegesi.
Ilar si è difesa: «Mi sembrava la decisione giusta – ha affermato la svedese a NRK quando le è stato chiesto se fosse fair play – non ho idea se gli svizzeri lo considerino un gesto antisportivo. Siamo la stessa squadra e ciò va oltre me. Magari gli svizzeri potrebbero pensarlo, ma noi gareggiamo anche l’una per l’altra. Oggi ne è stata la prova».
Dahqlvist ha difeso la legittimità della sua vittoria: «Devi essere in grado di trarre vantaggio dall’avere la migliore squadra del mondo. Quindi è bello aver battuto Nadine in semifinale, cosa che dimostra che alla fine non è stato solo il bel gesto di Moa a farmi vincere».
Sicuramente si potrà discutare all’infinito se sia stato giusto o meno quanto fatto da Ilar, ma forse da italiani faremmo lo stesso e anche le altre nazioni si comporterebbero alla stessa maniera a prescindere dalla nazionalità. La certezza, però, è che a vincere non è stata l’atleta più forte in questa stagione, se Dahqlvist ha fatto sua la coppa senza conquistare nemmeno una singola sprint. Purtroppo, però, la Coppa del Mondo di sci di fondo per come è strutturata non premia sempre i migliori.

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