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Sci di fondo

Lorenzo Romano: “Felice del mio 14° posto; grazie a Holmenkollen e allo sci di fondo per queste forti emozioni”

Ha sognato di partecipare alla 50 km di Holmenkollen fin dalla prima volta che l’ha vista in tv e oggi ha finalmente realizzato il suo sogno, unico italiano in gara nella competizione odierna. Lorenzo Romano però non voleva solo partecipare, ma disputare una bella gara, farsi notare, lottare per le posizioni importanti. Il cuneese del CS Carabinieri, allenato da Tullio Grandelis e proprio da Pietro Piller Cottrer, unico italiano ad essersi imposto sulla collina di Oslo, è stato per buona parte della gara nel gruppo di testa, per poi chiudere in un’ottima 14ª posizione finale, alle spalle di Baba e Parisse. Il quarto non norvegese al traguardo, anzi, visto che Musgrave si allena sempre in Norvegia, possiamo addirittura considerarlo il terzo.

Romano è giustamente felice quando lo contattiamo telefonicamente, poco dopo aver riabbracciato il papà Valery e il fratello Tiziano, che non hanno perso l’opportunità di vivere quello che era un sogno proprio della famiglia, recandosi a Oslo dalla loro Demonte.

«Sono molto contento – afferma l’azzurro del CS Carabinieri a Fondo Italia – devo ancora smaltire tutte le emozioni. Il risultato mi rende felice, anzi pensavo anche di essere più indietro, invece sono nei quindici, quindi alla fine sono meno dispiaciuto di aver perso la volata finale con Parisse e Baba. Ho però un po’ di rammarico, perché soprattutto nella prima parte di gara avevo sci un po’ lenti. Gli skiman della nazionale in realtà hanno fatto un ottimo, come si è visto con il secondo paio di sci, ma purtroppo nei primi quattro giri avevo preso un paio di sci nuovi del service, che mi sembravano buoni questa mattina, migliori anche dei miei. Invece in gara si sono rivelati diversi, pechè a salire non faticavo, mentre dalla cima a scendere ero in difficoltà. Così, quando nel quarto giro, dopo aver cambiato gli sci, Krüger, Holund e Andersen, hanno accelerato in discesa, mi sono proprio staccato dalla scia. In fondo ho provato a chiudere il buco, ero quasi lì a prendere Golberg, ma non ci sono riuscito.
Ho cambiato sci, mi sono trovato con Parisse, Baba, Patterson e un altro statunitense, insieme siamo andati a riprendere man mano gli atleti che avevamo davanti.
Io stavo bene, avevo sensazioni ottime, qualche accenno di crampo nel passo corto in salita, ma nel doppio stavo veramente bene. Gli sci che ho utilizzato nell’ultima parte di gara erano invece veloci, dimostrando che gli skiman hanno fatto veramente un ottimo lavoro. Peccato quindi per la scelta dello sci che ho fatto stamane.
Nell’ultimo mezzo giro siamo andati via in tre, io, Parisse e Baba, che avevamo anche tirato dandoci di continuo il cambio, e abbiamo ripreso Notz, che ci tenevo a battere dopo che mi aveva sconfitto di appena sette decimi la scorsa settimana in OPA Cup. Ho provato ad anticipare la volata lì dove solitamente partiva Northug, ma non ho il suo cambio di ritmo e non ho staccato nessuno (ride, ndr). Nel rettilineo
finale mi sono tornati sotto entrambi finendo davanti a me, ma ciò non toglie nulla alla mia soddisfazione».

A Dobbiaco ci disse che avrebbe tanto voluto essere preso in considerazione e così è stato, grazie anche al podio ottenuto in OPA Cup lo scorso weekend. Inevitabile chiedergli cosa abbia provato oggi che ha realizzato il suo sogno Holmenkollen: «È stata un’emozione forte fin da subito, Nel primo giro, quando sono arrivato sulla collina e ho visto quella marea di gente, avevo quasi le lacrime agli occhi perché era fantastico. Mirco Bertolina mi aveva invitato a godermi il pubblico nel primo giro e l’ho fatto. Devo però dire che ad ogni giro quando salivo guardavo sempre il pubblico, mi sono reso conto di dove mi trovavo e delle forti emozioni che può dare il nostro sport, che è veramente unico. C’era così tanta gente che facevo anche fatica a sentire le urla mio padre (ride, ndr).
Ho provato un’emozione fortissima anche all’arrivo, perché ho fatto bella gara e ripaga gli sforzi fatti».

Romano ha una lunga lista di persone che vuole ringraziare in una giornata che per lui è stata molto importante: «Prima di tutto dico grazie al CS Carabinieri. A Tullio (Grandelis, ndr) che mi ha dato un programma ad hoc e mi ha sempre seguito per preparare questa gara. A Pietro, che è stato una figura più che di riferimento per preparare Holmenkollen, avendo vinto questa gara. Averlo vicino negli allenamenti ti dà quella spinta in più. Un grazie speciale va a Garda (Gardener, ndr) che è stato un indispensabile compagno di allenamento per me, oltre che allenatore, abbiamo fatto tanti lavori insieme e mi ha tirato collo. È ancora fortissimo.
Ovviamente dico grazie alla mia famiglia, alla mia ragazza e futura moglie, Lili. Poi un grazie speciale va allo staff della FISI che ha creduto in me e mi ha portato qui. Tutti hanno lavorato al meglio per me sia con i rifornimenti che con i materiali, dal momento che loro avevano fatto ottimamente il proprio lavoro, se considero come è poi andato il mio sci.
Oggi mi sentivo una grande responsabilità essendo l’unico italiano al via. Innanzitutto sentivo di dover fare bene per tutto lo staff che stava lavorando per me, ma anche perché volevo dimostrare che la scelta dei tecnici di puntare su di me per questa gara non era stata errata. Ringrazio tutti per come mi hanno accolto e Markus Cramer che a fine gara era molto felice per me.
Un grazie va a Holmenkollen e allo sci di fondo per questa gara unica e bella.
Ci tengo poi a ringraziare William Stua, che è il mio massaggiatore e una persona fantastica, sempre disponibile quando ho bisogno di lui.
Infine ringrazio Kayak Sport glasses, la Valle Stura, e Bio Energy Food, oltre a Gal Sport per gli sci, e Kvplus per i bastoni». 

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