Da Nove Mesto ad Östersund in attesa del finale di Oslo: il biathlon mondiale ha puntato la prua verso l’atto conclusivo della stagione e Giuseppe Piller Cottrer torna ad analizzare quello che sta succedendo per Fondo Italia.
OCCASIONE LISA – "La stagione di Coppa del Mondo ormai è agli sgoccioli: al maschile resta poco da dire con il Covid che sta togliendo di mezzo molti protagonisti.
Forse non è un caso che dopo i Mondiali siano aumentate le malattie ed i malesseri: lo stress psico-fisico ha aperto forse qualche crepa nelle difese immunitarie e con energie ridotte il fisico degli atleti è stato facile preda dei virus. Johannes Bø vedrà presumibilmente svanire la possibilità di vincere (di nuovo) tutte le coppette di specialità ma in fondo la sua stagione è stata sensazionale a prescindere da questo. Al femminile invece qualcosa di importante c’è ancora da giocare, a cominciare dalla coppetta della 15km che potrebbe tornare a Sappada quattro anni dopo.
Hanna Öberg è avversario tosto per Lisa Vittozzi: sarà un giovedì molto interessante e servirà alla carabiniera friulana per dare una completezza ancora maggiore a questo inverno che l’ha vista assoluta protagonista. Anche in ottica classifica generale: Julia Simon è lanciata ed il vantaggio pare di tutta sicurezza, ma con cinque gare ancora da disputare il bottino di punti in palio è cospicuo e bastano due sbandate serie per riaprire ogni discorso".
STAGIONE SOLIDA – "E dopo qualche anno l’Italia torna ad avere due atlete ai vertici della generale visto che anche Dorothea Wierer bazzica dalle parti del podio: bene così. Il tutto senza trascurare la presenza nella top5 della graduatoria Under25 di Samuela Comola con Tommaso Giacomel in scia al forte Niklas Hartweg. Insomma, oltre alle medaglie di Oberhof, quello che si sta per concludere è stato un inverno di crescita collettiva, che non era scontato".
GIOVANI IN EVIDENZA – "Come a crescere sono anche i giovani. I Mondiali che si stanno svolgendo in Kazakhistan rappresentano una vetrina importante ed impegnativa. Le condizioni del poligono non sono di facile lettura, specie per i nostri che solo raramente si trovano a fronteggiare una situazione di vento forte e duraturo come avviene alla rassegna giovanile iridata. Per conformazione, il versante alpino propone in genere venti più lievi salvo giornate particolari ed adattarsi ad un contesto più complicato senza grande esperienza alle spalle è un passaggio non banale. Basta vedere anche le classifiche della staffette di questi ultimi giorni per notare come siano poche le formazioni che non hanno girato".
AMPIEZZA DI MOVIMENTO – "Detto questo i piazzamenti degli azzurrini stanno arrivando numerosi: le medaglie raccolte dalle staffette sono un traguardo prezioso, così come le tante presenze a ridosso del podio, dalla piemontese Gautero a Betemps, Lozza e via dicendo. L’ho già segnalato nelle scorse settimane ma mi piace ripeterlo: l’intero movimento giovanile italiano sta lavorando in una direzione convincente ed i frutti di questa impostazione sono abbastanza evidenti e per una volta consentitemi di fare i complimenti anche a quando stiamo facendo in Friuli Venezia Giulia con ben cinque ragazzi convocati ai Mondiali giovanili grazie soprattutto all’opera di Enrico Tach. Insomma, mancano ancora diversi appuntamenti ma anche questa rassegna, come già Oberhof e gli Europei giovanili, sta dicendo come il biathlon italiano è in salute e soprattutto come sappia stare al passo con il resto del mondo. Ah, a proposito… in Kazakistan il medagliere è piuttosto ampio, sono già 10 le nazioni salite sul podio con cinque in grado di conquistare un oro. Repubblica Ceca, Slovenia, Slovacchia hanno messo a segno successi importanti anche in ottica futura, così come le medaglie di Svizzera e Croazia: più il movimento resta allargato, più l’interesse è alto. Ed è un vantaggio per tutti".
Range Time – L’analisi di Giuseppe Piller Cottrer: “Stagione agli sgoccioli, ma Lisa Vittozzi può dire ancora molto. Bene la situazione tra i giovani”
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