Una gara magnifica quella di Francesca Franchi, che ha chiuso al nono posto lo skiathlon da 15 km del Mondiale di Planica. Un risultato che vale tantissimo per l’Italia, che torna nella top ten di una gara iridata femminile per la prima volta dal 2019, quando Elisa Brocard, chiuse al decimo posto la sprint a skating del Mondiale di Seefeld. Per arrivare a una top ten nelle distance tocca scomodare nomi come Longa e Confortola nel 2011 a Oslo. A rendere tutto ancora più emozionante è lo storico di questa atleta, che lo scorso anno era stata costretta ai box, impossibilitata nel gareggiare per un mancato equilibrio tra allenamento e reintegro, problema simile a quello avuto da Østberg. Il difficile recupero, il ritorno con podio agli italiani a Dobbiaco e l’invito a non avere fretta, con Renato Pasini a dirle di non avere fretta. Una volta capito questo difficile passaggio, Franchi ha ricominciato a crescere di condizione fino allo splendido risultato di oggi.
«Alla fine le nevi così mi piacciono – ha ammesso Franchi sorridente a Fondo Italia – mi sono sempre trovata bene. Se ci sono condizioni un po’ strane mi trovo bene, quindi non mi spaventava la neve, assolutamente.
Abbiamo fatto un periodo di carico molto intenso a Dobbiaco, in cui mi sono sempre sentita bene. Ringrazio veramente il team e Markus (Cramer, ndr), perchè c’era un ambiente di tranquillità e serenità in cui lavorare bene.
Sapevo di stare bene, perché abbiamo svolto degli allenamenti in cui avevo sempre avuto delle buone sensazioni. Quindi da un lato ti dico che sognavo qualcosa di grande, visto che ovviamente uno non sogna la top trenta e basta (ride, ndr)».
Sempre determinata, perché Franchi non è certo l’atleta che si accontenta, la trentina analizza la sua gara anche in maniera critica: «Alla vigilia sarei stata contenta se nella parte in classico fossi riuscita a dare quel qualcosa in più, perché solitamente mi frena sempre quella parte, in quanto non riesco a entrare in gara subito, a fare quella bella fatica. Il mio obiettivo era arrivare dal classico e rendermi conto di aver fatto la giusta fatica. Oggi ce l’ho fatta, anche se non sono soddisfatta al cento per cento della mia parte in classico. Più che altro perché temevo tanto queste discese, le ho sognate tutte le notti. Ieri poi è caduto Paolo che mi ha dato conferma della loro pericolosità. Mi rimprovero questo, di aver avuto paura nel primo giro giù in fondo, ma non posso lamentarmi».
A skating, invece, la trentina delle Fiamme Gialle non ha avuto paura di niente e nessuna avversaria, prima di alcun timore reverenziale, anche di fronte ad atlete di altissimo calibro con cui si è trovata fianco a fianco: «In Francia dopo il primo giro, quando mi avevano detto che mi trovavo sui tempi della Diggins, avevo preso un po’ paura, temevo di aver esagerato, ma questa volta non mi sono fatta prendere dalla paura e mi sono solo detta: “Provaci”. Stavo bene. Trovarmi poi a sciare con Østberg, che ha avuto le mie stesse problematiche, è stato anche emozionante».
Già, quei problemi che Franchi ha saputo affrontare e superare, grazie all’aiuto delle persone al suo fianco, ma prima di tutto a sé stessa. «Questo nono posto è speciale. Lo scorso anno è stato veramente difficile recuperare, ma ancora di più lo è stato questo inizio di stagione, quando volevo tutto e subito ma piano piano ho capito e mi hanno fatto capire che ci voleva davvero calma e pazienza. È stata veramente dura, ringrazio chi mi è stato vicino.
Ritrovarsi nona in un Mondiale dopo la passata stagione, non era affatto scontato. Io sono una che vuole davvero tanto, sono soddisfatta ma non del tutto, ma se esco da me stessa, la Francesca razionale dice che sono stata davvero brava. E ora la 10 km».
Quando le facciamo i nomi di atlete come Longa e Confortola, le ultime a fare top ten in una distance mondiale nel 2011, Francesca si emoziona: «Eh, è bello sentirlo. Ciò mi carica ancora di più e so che posso fare ancora meglio».
Infine, Francesca chiude scherzando, sottolineando che il suo risultato è stato migliore rispetto a quello del suo ragazzo, Simone Mocellini: «Abbiamo ristabilito le gerarchie – ride – adesso almeno ai Mondiali sono ancora avanti io. I suoi podi in Coppa del Mondo? Chissà in futuro … (ride, ndr)».