Gennaio 2016, due vittorie in due giorni.
Prima la sprint in tecnica libera per diventare il fondista italiano più vincente in Coppa del Mondo e mettere al sicuro la coppetta di specialità con un poker di acuti, ventiquattro ore dopo la team sprint – sempre in skating – in coppia con il fido Dietmar Nöckler.
Federico Pellegrino graffiava così il debutto di Planica nella Coppa del Mondo di sci di fondo. La località slovena autentico tempo del salto è invece meta recente per gli specialisti degli sci stretti se si esclude l’estemporanea ed unica prova di combinata nordica del 1984 ma il debutto sul palcoscenico principale del fondo è legato a doppia mandata con il poliziotto valdostano, capace anche di tornare sul podio pure nel dicembre 2019, secondo alle spalle del francese Chavanat.
Da domani Planica si propone per un altro debutto, diventando la prima sede slovena di un Campionato Mondiale di Sci Nordico anche se in realtà l’iride è già “atterrato” da queste parti grazie ai sette Mondiali di Volo con gli sci disputati tra il 1972 ed il 2020. Sette anni dopo aver brindato (due volte) al successo, Federico Pellegrino ritorna a Planica come leader della nazionale azzurra.
La vittoria individuale di Davos e quella con la staffetta di Dobbiaco (destino vuole che anche nel 2016, prima di trionfare a Planica, Chicco aveva alzato le mani a Davos e Dobbiaco), due secondi posti oltre a quello nella Team Sprint di Livigno, in tecnica libera come quella che si disputerà domenica in Slovenia.
Sarà uno degli appuntamenti da circoletto rosso per l’Italia nei prossimi giorni con la curiosità e la relativa attesa di rivedere in pista Simone Mocellini nella sprint individuale in tecnica classica dopo il duplice podio di Beitostolen e Val di Fiemme. Il finanziere della Valsugana è naturalmente la maggior sorpresa di questo inverno ma il palcoscenico iridato è inevitabilmente altra cosa e per il momento sembra doveroso considerare il Moce di Tezze come un possibile outsider.
L’Italia ha raccolto podi quasi ovunque, quest’anno, mancando l’appuntamento con la top3 solamente a Les Rousses: Pellegrino si è divertito a centrare podi anche nelle prove distance (i primi tre della carriera) mentre De Fabiani si è confermato a proprio agio sull’impegnativo anello di Lago di Tesero in un inverno in cui è sembrato stentare in tecnica libera.
Così in assoluto la carta più spendibile in casa Italia per puntare ad una medaglia sembra essere quella della poliziotta fiemmese Annika Sieff, bi-campionessa iridata juniores e tra le principali antagoniste nel panorama della combinata nordica femminile dell’imprendibile Gyda Westvold Hansen. Non ha mai perso, in questa stagione. E tanto basta per ritenere solo due posti liberi sul podio di Planica con la tedesca Armbruster, l’austriaca Hirner e la stessa trentina di Varena in prima linea nella sfida per le due medaglie ipoteticamente lasciate a disposizione.
Prendendo spunto da quanto è successo nello slalom femminile dei Mondiali di Meribel viene naturale sottolineare come nella giornata secca tutto può succedere e di conseguenza ciascuna gara potrebbe aprirsi a sorprese più o meno grandi: i pronostici lasciano il tempo che trovano, ma di certo sugli sci stretti i due squadroni Norvegia (al maschile) e Svezia (al femminile) sembrano poter cannibalizzare il medagliere con Johannes Klæbo in predicato di vestire i panni di dominatore alla stregua di quelli indossati nelle precedenti settimane dall’omonimo Bø ad Oberhof.
Nomen omen e di questi tempi evidentemente basta chiamarsi Johannes per poter fare la voce grossa: ci proverà anche l’austriaco Lamparter, il più giovane del terzetto e candidato ad essere il faro della combinata nordica sul fronte maschile in attesa di capire come si presenterà Riiber.
Planica, eccoci: tra ricordi e futuro, tra speranze e possibilità, un altro Mondiale è pronto a decollare.
Mi Ritorni in Mente – Quel week end perfetto per il debutto di Planica sul grande palcoscenico. E da domani è di nuovo debutto sloveno
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