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Biathlon – Mirco Romanin: “Vedere questa Lisa Vittozzi è qualcosa di impagabile”

OBERHOF – È felice Mirco Romanin, gara dopo gara, abbraccio dopo abbraccio, lacrima dopo lacrima, sta vivendo una stagione profondamente emozionante, ma fatta di emozioni positive. Già, perché anche un allenatore, pur mostrandosi sempre tranquillo davanti a un atleta, cercando di trasmettere serenità, ha poi il suo privato, i momenti in cui soffre in silenzio se le cose non vanno, se un atleta va in difficoltà, si infila in un tunnel e non riesce ad uscirne.

La passata stagione è stata difficile per Lisa Vittozzi, ma anche per chi al suo fianco ha fatto di tutto per aiutarla, per cercare di metterla nelle migliori condizioni possibili per rendere al meglio, dandole tranquillità, raccogliendone gli sfoghi. Solo un allenatore conosce fino in fondo il rapporto che si crea con il suo o la sua atleta, le confidenze, i silenzi, che sono altrettanto importanti, saper ascoltare. Poi però lo sport sa ripagare chi ha pazienza, chi ha lavorato bene, premia il talento, così i volti scuri si trasformano in altro, gli incubi diventano sogni, non solo per l’atleta ma anche per chi è al suo fianco.

Mirco Romanin si sta ora godendo questa bellissima stagione, non soltanto di Lisa Vittozzi, ma di tutto un gruppo femminile che sta facendo evidenti progressi, anche sugli sci. È ancora più bello, poi, per l’allenatore di Forni Avoltri, se come sta accadendo in questo Mondiale vede anche dei giovani ai quali vuole bene, con cui ha lavorato nelle categorie giovanili, conquistare le prime medaglie mondiali tra i senior, dopo aver contribuito ai loro successi giovanili.

«Da dieci giorni siamo vivendo di forti emozioni qui a Oberhof – afferma Romanin a Fondo Italia, dopo il bronzo di Lisa Vittozzi e Tommaso Giacomel nella single mixed relay – le abbiamo provate un po’ tutte, iniziando con la splendida medaglia d’argento nella staffetta mista, una discreta sprint, poi la malattia di Lisa alla vigilia dell’inseguimento, che ci aveva un po’ buttato giù di morale, anche perché poi quel giorno le cose non erano andate benissimo in pista per quasi tutta la squadra. Ma le cose sono cambiate poi presto con l’individuale e questa single mixed relay. Ma anche la staffetta mista era stata stellare e storica, forse ancora più emozionante dell’ultima medaglia di squadra, anche perché personalmente, oltre a Tommaso c’era pure Didier, altro atleta che ho seguito in nazionale Juniores. È bello vederli ora qui tra i grandi. È stata una bellissima giornata e festa. Poi si, la single mixed è stata la ciliegina sulla torta. Sapevamo che la coppia poteva fare bene e hanno fatto benissimo. Siamo felici».

Il colpaccio vero è stato sfiorato nell’individuale femminile, dove si è addirittura rischiato di avere due azzurre sul podio, vista la grande prestazione di Comola: «Avere cinque ragazze tra le prime ventotto non capita tutti i giorni, soprattutto in un Mondiale in cui schieri tante giovani. Con una Lisa ritrovata definitivamente, possiamo dirlo ormai, perché rispetto allo scorso anno è tutta un’altra musica, l’orgoglio è immenso, inspiegabile, forse non me ne sto rendendo conto neanche io. Sicuramente questi risultati, quelli di dicembre e gennaio, oltre questo Mondiale, sono sintomo che si è lavorato bene, il gruppo funziona, c’è un bel clima, e tutti gli atleti e le atlete stanno bene e lavorano. Quando è così, poi arrivano anche i risultati».

Bellissima in questa stagione è l’immagine dello sguardo di Lisa Vittozzi mentre abbracciava Mirco Romanin dopo la vittoria di Ruhpolding. Un’immagine che vale più di un milione di parole e considerazioni. «Quello che stiamo raccogliendo è ancora più bello dopo la sofferenza dello scorso anno, quando non potevamo avere la certezza che Lisa sarebbe poi uscita da quel tunnel, anche se sapevamo che lei non aveva mollato. Oggi, vederla così tranquilla, fare il suo lavoro e raggiungere i risultati che merita, è qualcosa di impagabile. Andiamo avanti così».

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