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Short Track – L’ultimatum di Arianna Fontana all’Italia

Ultimatum di Arianna Fontana verso le Federghiaccio, oppure è l’inizio della fine?
Risveglio shock questa mattina per il movimento italiano dello short track ed anche per i tantissimi tifosi della stella valtellinese, la donna più vincente in Italia della storia dei Giochi Olimpici.
Le note tensioni da tempo esistenti tra la FISG (Federazione invernale sport ghiaccio) e la Fontana sembravano “messe in ghiaccio” per un periodo “sabatico attivo”, lontano dal ghiaccio e dalla Nazionale di Arianna, così come sempre è accaduto in questi anni nella stagione post olimpica. I social di Arianna confermavano questa ipotesi, così come era palese che la bi campionessa olimpica sui 500 metri classe 1990, si stesse allenando ma non sul ghiaccio in proprio, al fianco del marito e coach Anthony Lobello.
Nel frattempo i compagni di nazionale, sia in coppa del mondo che ai campionati europei di Danzica, hanno dimostrato una crescita esponenziale con le donne in particolare sebbene orfane di Fontana e di Martina Valcepina, a guadagnarsi più volte il podio in staffetta nel massimo circuito. Ieri invece la bordata o meglio l’”alabarda spaziale” visto il peso del post, di Arianna Fontana pubblicata sulla sua pagina Instagram dove traspare la volontà nemmeno troppo velata, di cambiare nazionalità o per lo meno di non affiancarsi allo staff azzurro.
“Lascio Salt Lake City dopo aver rimesso i pattini ed esplorato nuove opzioni. Ho deciso di aggregarmi al viaggio che Anthony aveva già in programma qui per vedere cosa hanno da offrire gli Stati Uniti e SLC nel caso dovessi continuare il mio viaggio olimpico. Vorrei ringraziare gli allenatori e i gruppi d’allenamento con cui ho pattinato mentre ero qui. Grazie per aver accolto me e il mio allenatore a braccia aperte. È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che vi ho aggiornato sui problemi che ho dovuto e devo affrontare. Purtroppo non ci sono state comunicazioni costruttive sulla mia partecipazione ai Giochi Olimpici del ‘26 da parte della FISG dopo che, dall’aprile scorso, ci sono state ammissioni, da parte del presidente della FISG, di errori commessi e fatto promesse che non sono mai state mantenute. Lo staff rimane, in parte, quello che ha permesso ad atleti di prendermi di mira durante gli allenamenti e questo non è accettabile. La strada davanti a me non è facile, ma so che non tollererò più che il personale tecnico e federale prenda decisioni per isolarmi senza assumersi la responsabilità di queste decisioni. Alla base della nostra società c’è il senso di responsabilità nei confronti delle proprie azioni e parole. Non vedo perché dovrebbe essere diverso nello sport. Negare e non affrontare i problemi ha solo creato più problemi e so che non posso avere quel tipo di persone o problemi intorno a me se decidessi di continuare. Questo non è mai stato un “anno sabbatico”, non ho gareggiato perché non posso giustificare di gareggiare per una federazione che condona comportamenti e decisioni dannose nei miei confronti. Finché quelle decisioni e azioni saranno approvate, non tornerò e se dovessi decidere di competere in futuro, il mio percorso sarà completamente separato da quello che il direttore tecnico e il suo staff hanno pianificato per il gruppo italiano. In quel caso, mi dispiacerà non allenarmi con il resto degli atleti italiani, ma la mia fiducia nello staff tecnico e federale è irrecuperabile.”
Ultimatum o punto di non ritorno? La Federghiaccio ed anche il Coni sono attesi al banco degli imputati anche se nel primo pomeriggio odierno, il ministro  per lo sport e per i giovani Andrea Abodi tramite una nota stampa  è stato il primo a rilasciare le proprie intenzioni.
“Arianna Fontana con altra nazionale? Tutto per evitarlo. Sono in contatto con Arianna Fontana e avevo un appuntamento con lei, ma purtroppo mi si è stravolta l’agenda. Non mi ha parlato di questa prospettiva, ma da ministro per lo sport farò di tutto affinché questo non avvenga».

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