Regna sempre il buonumore all’interno della squadra norvegese. Lo si può notare dalle tante risate e gli scherzi reciprochi che i due allenatori, Siegfried Mazet e Patrick Oberegger si fanno nel corso di allenamenti e azzeramenti. In fin dei conti il morale è molto alto nel team norvegese, che sta dominando in campo maschile e si sta ben comportando anche in quello femminile, nonostante nelle prime tappe della stagione abbia dovuto fare a meno di Tiril Eckhoff e Marte Olsbu Røiseland, con la seconda che almeno è rientrata.
«Non c’è alcun motivo per avere un atteggiamento diverso – ha affermato Patrick Oberegger a Fondo Italia – stiamo bene, lavoriamo ottimamente insieme, ma soprattutto facciamo un lavoro che ci piace e vediamo che in squadra regna un clima fantastico, tra gli uomini e le donne, così come all’interno dello staff tecnico. Secondo me si nota anche da fuori e ciò si riflette pure nei risultati».
Dopo anni di grandi successi con Røiseland ed Eckhoff, in questa stagione Oberegger si è trovato di fronte a una grande sfida, dal momento che non ha avuto le due campionesse a disposizione, con la sola Røiseland appena rientrata. Eppure i risultati positivi non sono mancati.
«Ingrid (Tandrevold, ndr) fin qui ha disputato una stagione ad altissimi livelli. Nelle gare a squadre eravamo sempre prontissimi, bravi al poligono, ci è mancato qualcosa in pista con le atlete più giovani, ma ce la siamo cavata sempre bene. Abbiamo dimostrato di avere un bel gruppo. Sicuramente, adesso, il ritorno di Marte (Røiseland) lo ha rinforzato, come si è visto a Ruhpolding. Al posto nostro, credo che tutte le squadre avrebbero avuto problemi, perché non è facile ottenere risultati di un certo peso con l’assenza di due atlete del calibro di Marte e Tiril (Eckhoff, ndr). Bisogna guardare sempre avanti, lavorare con quello che hai e vivere anche difficoltà del genere come una opportunità, soprattutto per le giovani. Così è stato».
Ad impressionare è stata soprattutto Tandrevold, che prima di questa stagione aveva dato sempre l’impressione di non riuscire a fare il decisivo salto di qualità. Quest’anno si è trovata ad essere addirittura leader della squadra, vista l’assenza delle due big, ritrovandosi così al centro dell’attenzione. Tandrevold non si è fatta prendere dalla paura e al contrario ha mostrato di essere un’atleta molto più matura anche nel modo di impostare la gara.
«Dico da sempre che gli atleti crescono con gli obiettivi che si pongono e le situazioni che si trovano ad affrontare. Di fronte alle assenze di Eckhoff e Røiseland, Ingrid aveva due possibilità: la prima era lasciarsi sopraffare dalla paura; la seconda invece era dimostrare, dopo anni un po’ all’ombra di Marte o Tiril, di fare quel passo in avanti e mostrare che con il lavoro è tutto possibile. Così è stato per Tandrevold, ma anche per le altre. Ovviamente le giovani hanno ancora alti e bassi, ma sono contento di come stanno andando le cose, anche se ovviamente spero che da qui ai Mondiali saliremo di condizione e livello soprattutto sugli sci».
Røiseland non è ancora vicina alla sua condizione. Ma al Mondiale di Oberhof riuscirà a salire di forma al punto da essere da medaglia? Oberegger non ha dubbi: «Si, sarà da medaglia. È già a un buon punto adesso. Sapevamo fin dall’inizio che in questa fase non avrebbe avuto una forma ancora ottimale. Cosa vuoi pretendere dopo tutto quello che è successo? Ancora non riusciamo a vincere le gare con le nostre capacità ma dobbiamo sperare sempre che le altre sbaglino. Abbiamo però ancora tre settimane prima di Oberhof e useremo questo tempo nel miglior modo possibile».