Sembra quasi che timbri il cartellino, ormai. Julia Simon non fa neanche più caso ai risultati che sta ottenendo: terza vittoria stagionale, nono podio nelle ultime dieci gare, eppure la francese minimizza e pensa sempre alla prossima, in un’eterna ma motivante rincorsa, per una fame che si sazierà solo quando sarà sicura di avere sempre a casa quel pettorale giallo.
Come spesso è accaduto in stagione, anche nella mass start di Ruhpolding la leader della classifica generale di Coppa del Mondo di biathlon ha aumentato i giri del motore nel giro finale. Ritmo forsennato per Simon, che è uscita dal giro di penalità finale spalla a spalla con Lisa Vittozzi (che ha commesso due errori in meno), ma l’ha tramortita nell’ultimo chilometro. Soddisfazione? Macché. Simon parla da impiegata del catasto: «Per me l’ultimo giro non è stato preoccupante. Appena uscita dal poligono, avevo già un piano in testa e tutto è andato perfettamente, come immaginavo. Ero in gran forma, ho deciso di aspettare la fine per attaccare e poi mi sono affidata alle mie capacità nel finale», queste le parole della transalpina ai connazionali di Nordic Mag. «Ho preso un vantaggio in classifica generale (Elvira Öberg ha infatti rinunciato alla gara a pochi minuti dal via per problemi fisici, nda), questo mi dà un piccolo jolly ma nemmeno io sono al riparo dal rischio di ammalarmi. La sfera di cristallo? È un grande orgoglio indossare la maglia gialla, ma sto ancora affrontando questa stagione gara per gara. C’è ancora molto da fare, siamo solo a gennaio». Sarà vero, ma intanto i punti di vantaggio su Öberg sono 141. E questa Simon, se continua con questa regolarità, non la si riacciuffa più.