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Sci di Fondo – Pellegrino: “Sul Cermis senza pormi obiettivi, se non quello di dare il meglio di me come fatto per tutto il Tour de Ski”

Esulta mentre taglia il traguardo, festeggia il podio del suo compagno di squadra Francesco De Fabiani e abbraccia uno ad uno tutti gli skiman azzurri, oltre a Markus Cramer, allenatore a cui si è subito legato. Federico Pellegrino continua a gioire per la squadra azzurra, ma anche per sé, perché il valdostano delle Fiamme Oro ha confermato il suo ottimo stato di forma, chiudendo al decimo posto la 15 km mass start a tecnica classica della Val di Fiemme.

«Certo che ho esultato – ha affermato Pellegrino fermandosi a parlare con noi in mixed zone – davanti al nostro pubblico abbiamo ottenuto due podi in due giorni, è qualcosa di veramente bello. Domani sarà dura, ma intanto il pubblico italiano non poteva iniziare il quadriennio olimpico in un modo migliore».

Pellegrino e De Fabiani hanno legato moltissimo in questi anni, venendo entrambi dalla stessa regione, la Valle d’Aosta. Insieme presero la decisione, due anni fa, di lasciare la nazionale per allenarsi con Markus Cramer, aprendo poi la strada all’arrivo del tecnico tedesco nel nostro paese. Pellegrino non si limita quindi a festeggiare la bella prestazione del compagno, ma è anche prodigo di consigli per lui: «Se Francesco riuscisse ad usare la mentalità che ha in Val di Fiemme, Oberstdorf o Falun, anche in tutte le altre gare, potrebbe raccogliere molto di più. Sapevo che qui voleva ottenere un risultato e lo ha fatto.
Sono contento, perché quando un atleta raggiunge gli obiettivi che si pone è sempre una bella cosa. Ora però lo invito a non aspettare la prossima mass start in Val di Fiemme, ma utilizzare questo atteggiamento, questa voglia, questa testa in tutte le gare da qui in avanti».

Pellegrino ha quindi parlato della propria prestazione: «Oggi si è visto un atteggiamento diverso da parte dei fondisti distance. Tønseth si è messo a tirare, anche Poromaa lo ha fatto tanto, lo stesso Klæbo ha dato qualche sgasata. Io sono rimasto spesso con Tønseth e Røthe nella pancia del gruppo. Personalmente pensavo di fare molta più fatica a stare con i primi, ho fatto bene a lasciarli andare in quelle due sgasate dopo il traguardo volante e verso la fine, però poi sono rientrato sotto, quindi ho anche un po’ di rammarico di aver avuto forse un po’ troppo rispetto e paura di questa gara, ma quello era semplicemente frutto delle passate esperienze su questa pista, dove ho preso due belle botte nelle ultime due occasioni. Molto bene così, essere sull’ultima salita e vedere Klæbo quindici metri avanti, addirittura avendo l’impressione di recuperare qualcosa sui primi, è tanta roba, Mi rende molto contento essere ancora performante alla sesta gara del Tour de Ski. Domani si darà l’anima e vediamo di chiudere al meglio questo tour».

L’azzurro occupa la quarta piazza alla vigilia della final climb, a 1’27” da Klæbo ma anche ad appena 25” da Halfvarsson che è secondo. Alle spalle dell’azzurro vi è però un Krüger che a 1’45” fa paura essendo tra i favoriti per domani. Ma qual è l’obiettivo di Pellegrino alla vigilia del Cermis? Semplice, l’azzurro ha le idee chiare: «Forse dovrei fare anche io come quegli atleti che quando vedono delle gare a loro non favorevoli, si mettono a dire cose del tipo “ah peccato che ieri non fosse a skating”. Invece no, questo è un Tour de Ski che premierà l’atleta più completo. Johannes Klæbo ha vinto tutto, penso che lui avesse nemmeno bisogno degli abbuoni, ma li ha meritati. Vediamo come andrà sul Cermis. Per quanto mi riguarda, non mi pongo un obiettivo generale, se non quello di dare il meglio di me. Finora, andando avanti con l’idea di dare il meglio di me, sono lì con i primi. Sicuramente sarebbe bellissimo arrivare nelle posizioni di vertice, ma sappiamo bene che il Cermis premia altri fisici. Personalmente ce la metterò tutta come ho sempre fatto». 

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