È arrivato un quindicesimo posto per Federico Pellegrino nella sprint in classico della Val di Fiemme, pista con cui non ha mai avuto un grande feeling in questo format. Eppure la giornata odierna ha regalato una gioia al poliziotto valdostano, felice per tutta la squadra dopo il bel terzo posto di Simone Mocellini.
Pellegrino è anche soddisfatto della sua condizione alla vigilia delle ultime due gare: «Le sensazioni sono positive, mi sento abbastanza bene. Come sapete, io misuro sempre la mia condizione in base alla qualificazione, nella quale oggi non mi sembra di aver fatto male, soprattutto nella seconda parte. Invece non sono completamente soddisfatto di quanto ho fatto nei quarti di finale della batteria, avrei potuto provare a cambiare qualcosa tatticamente, uscendo prima dalla scia di Schoonmaker, ma comunque sia negli ultimi duecento metri lo statunitense e Chanavat hanno dimostrato di averne più di me. Non è una scoperta, a tutti piace sognare, anche a me, ma so che il finale con scivolata spinta è un aspetto in cui ho tanto margine di miglioramento. So che questa pista non si sposa bene con le
mie caratteristiche, ma dall’altra parte non si può certo avere sempre tutto che gira nel verso giusto. Non è la prima volta, ma è andata bene così. Sono contento della prestazione di Mocellini, perché nonostante l’eliminazione di Pellegrino, i tifosi hanno avuto l’opportunità di restare ben stretti alle transenne a tifare perché c’era ancora un italiano in gara».
Il poliziotto valdostano ha quindi fatto tanti complimenti al suo giovane compagno di squadra: «Sono super felice, stracontento per lui, ma anche per noi e per tutti i tifosi, che sono venuti oggi a sostenerci a bordopista. Se oggi erano qui vuol dire che prima di questa gara avevamo già fatto vedere delle ottime cose. La cosa più bella è riuscire a soddisfare la voglia dei tifosi di festeggiare dei bei risultati.
Oggi Moce ha fatto un grande numero. La cosa più importante secondo me, non è soltanto la sua bella prestazione odierna, ma il fatto che sia riuscito a riconfermarsi dopo ciò che di bello aveva fatto vedere a Beitostølen. So benissimo cosa significa, ho provato sulla mia pelle che riconfermarsi non è mai facile. Io ci ho messo due anni a tornare sul podio dopo il primo ottenuto in Coppa del Mondo. Tanti complimenti a lui, è stato veramente bravo a cogliere l’occasione, a farsi trovare pronto qui su un tracciato congeniale per lui, che mette in risalto le sue caratteristiche, soprattutto quel micidiale sprint finale in scivolata spinta che ha. È sicuramente bello salire sul podio nella tua regione di appartenenza, a due passi dalla sede del tuo gruppo sportivo. Sono veramente molto contento, non nascondo che mi è scesa anche una lacrimuccia mentre seguivo la gara in cima alla salita dove stavo facendo defaticamento, quando l’ho visto prima raggiungere, poi sopravanzare Chanavat e fare podio. Bene, avanti così. Lo sci di fondo italiano c’è, anche in questa tappa siamo saliti sul podio, lo abbiamo fatto in sette tappe su sette, non possiamo che essere super orgogliosi».
Per la prima volta Pellegrino è arrivato in Val di Fiemme ancora molto in alto nella classifica del Tour de Ski. Anche questa sta rappresentando una nuova sfida, l’ennesima, per l’azzurro, dimostrare di poter essere competitivo anche in un Tour di diversi giorni.
«Ero molto deluso lo scorso anno dopo aver avuto un problema con i materiali nella mass start di Oberstdorf, dove ero stato quindi costretto a gettare troppo in fretta la spugna. Negli ultimi due anni ho acquisito molta più fiducia in me stesso nell’affrontare più gare consecutive e anche il mio fisico mi sta dando delle risposte completamente diverse. In passato, dopo una sprint ci mettevo due giorni a recuperare, dopo una gara in classico una settimana. Oggi non è più così, mi alleno di più, probabilmente in quell’ottica anche meglio, quindi ci tenevo, come avevo fatto anche nella passata stagione, a dare il meglio di me in tutte le gare. Ciò fino a oggi ha voluto dire essere tra i migliori».
In chiusura Pellegrino si è voluto anche togliere qualche sassolino: «Il Tour de Ski premierà l’atleta più completo, al di là di ciò che dice qualcuno che fa polemica sui bonus secondi per le sprint. Sono anche contento, oggi, di risparmiarmi due batterie, perché quando vai avanti nei turni si spendono energie e tempo. A Val Müstair, alle 13.30 i distance erano con le gambe sotto il tavolo a mangiare, a riposarsi, ad allenarsi il pomeriggio, io sono arrivato in albergo 20.30 come Klæbo. Penso che quindi quei secondi di bonus siano tutti meritati e poi è ovvio che se nelle occasioni in cui hanno le loro gare, gli atleti distance si mettono a fare melina e non tirano, allora il problema è loro. Vediamo domani, perché penso che con il dente avvelenato dopo Oberstdorf, ci sarà da sputare sangue da metà gara in poi se non prima, perché la 16 km della Val di Fiemme è la gara più dura dell’anno, con un tracciato durissimo e tanti giorni di gara sulle gambe. Domani ci sarà da tenere duro, poi vediamo di raschiare il barile tirando fuori le ultime energie domenica».