Sciare in laboratorio, non è l’ultima e strampalata soluzione per aggirare gli effetti del riscaldamento globale ma una delle strategie adottate presso un centro di ricerca universitario per effettuare valutazioni e restituire indicazioni utili agli atleti. Stiamo parlando del CeRiSM, con una storia piuttosto lunga e una vocazione molto spiccata per gli sport invernali, ed in particolare sulle discipline nordiche.
Nonostante il Trentino sia secondo alcune statistiche la provincia più sportiva d’Italia, non vantava una struttura accademica che supportasse lo sport dal punto di vista scientifico ed era fino a pochissimi anni fa una delle poche provincie Italiane a non avere sul proprio territorio un corso di laurea in scienze dello sport. A compensazione della prima carenza, l’allora rettore dell’Università di Trento, Fabio Ferrari, fondò nel 1995 il primo centro interuniversitario per le scienze sportive con sede a Rovereto. Il secondo passo, nel 2018, con l’istituzione, da parte delle università di Verona e Trento, di un corso di laurea in scienze dello sport e della prestazione fisica, che vede attualmente nella sede di Rovereto il curriculum in “sport della montagna”.
Tra la prima e seconda data si contano anni di attività nel corso dei quali la vocazione del centro per gli sport invernali si concretizza in consistente attività di ricerca, tipicamente scopo principale delle strutture accademiche, ma anche in una propensione coltivata fin dalla nascita del centro, di essere sul campo tra atleti ed allenatori.
Già dai suoi esordi infatti, un po’ per la passione del suo direttore, il professor Federico Schena, un po’ per vocazione territoriale, il centro annovera tra le discipline di interesse lo sci di fondo. Negli anni successivi l’evoluzione delle tecnologie e l’ampliamento dello staff hanno fatto si che l’attività di valutazione dello sci di fondo si aprisse su due diversi fronti, il laboratorio e la neve, e si allargasse anche alle altre discipline nordiche, comprendendo così anche combinata, salto, biathlon.
Sciare in laboratorio è possibile già dalla fine degli anni 90, grazie a dei tapis roulant di dimensioni notevoli, sia per la simulazione dello sci di fondo, grazie all’utilizzo degli skiroll, che per lo scialpinismo, per il quale è possibile addirittura usare direttamente sci e pelli. Dal 2007 il laboratorio si è dotato di un tappeto appositamente costruito da una ditta svedese, con una superfice “sciabile” larga 2.5 m e lunga 3.5m. Si simula così in laboratorio in maniera quasi perfetta la sciata, il controllo computerizzato di velocità e pendenza permette ad allenatori e ricercatori, che stanno comodamente alla scrivania avendo sott’occhio PC e parametri, di decidere passo e intensità.
Diventa così agevole registrare informazioni rilevanti per descrivere lo stato di forma degli atleti, individuare valori utili a meglio indirizzare le intensità degli allenamenti e ad esplorare parametri che più in generale possano contribuire a capire quali siano i determinanti del successo nelle diverse discipline sportive. Tra i primi a sottoporsi ai test da valutazione funzionale sul tappeto rotante furono gli atleti della staffetta d’oro ai Giochi di Torino 2006, Valbusa, Di Centa, Piller Cottrer e Zorzi.
Il laboratorio di studio della locomozione del CeRiSM, di cui il grande treadmill è la parte più evidente, è dotato delle strumentazioni più evolute tramite le quali è possibile eseguire valutazioni di tipo biomeccanico (inclinazioni di bastoni e segmenti, movimenti delle articolazioni, forza impressa attraverso i bastoni e gli sci) fisiologico (frequenza cardiaca, ventilazione, consumo di ossigeno, dispendio energetico, lattato) e muscolare (attivazione dei muscoli principali).
Il fronte naturale delle discipline nordiche resta però la neve. E’ per questo che lo staff del centro ricambia di tanto in tanto la visita degli atleti spostandosi su piste, trampolini e poligoni per effettuare valutazioni nel corso di allenamenti e gare. Anche in questo l’evoluzione della tecnologia facilita sempre di più il trasferimento del laboratorio su campo e la misura di importanti parametri legati alla prestazione.
Anche su neve le strategie di indagine variano a seconda della domanda. Alcune volte si raccolgono informazioni rilevanti anche dall’impiego di riprese video opportunamente calibrate ed elaborate, in altri casi invece è d’obbligo il ricorso alla tecnologia più specializzata, con l’impiego di pedane o solette per la misura della forza.
Il CeRiSM non è solo attrezzature ma anche e soprattutto competenze. Il team è multidisciplinare, composto da medici, ingegneri e laureati in scienze motorie, accumunati dalla passione per lo sport outdoor e dal desiderio di investire le proprie conoscenze o di formarne di nuovo con metodo scientifico ma con visione concreta alle ricadute pratiche.
Dal punto di vista scientifico il CeRiSM ha pubblicato quasi 50 articoli su le più importanti riviste internazionali del settore e risulta tra i migliori centri universitari mondiali nelle studio delle discipline nordiche.
Il CeRiSM negli ultimi anni ha sottoscritto un accordo con la FISI, grazie al supporto del Comune di Rovereto e della Provincia di Trento ed è centro di riferimento per la valutazione delle discipline Nordiche e sci alpinismo. Nelle prossime settimane vedremo specialità per specialità alcuni risultati del lavoro del CeRiSM. Il futuro è aperto a nuove sfide e possibilità, i giochi olimpici casalinghi, la nuova sede del centro inaugurata a settembre 2022 e ai nuovi laureati in scienze dello sport che rinforzeranno lo staff aumentando la capacità di lavoro
Sport&Life – Conosciamo il CeRiSM, la storia e l’attività del centro al lavoro per la crescita delle discipline nordiche
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