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Lo spunto di Zorro , Sci di fondo

Lo spunto di Zorro: “Su un tracciato così, lo spettacolo non può esserci. Peccato. L’Italia aspetta Davos”

Il secondo atto della tournée nordica di inizio stagione si è completato a Lillehammer e mentre la carovana della Coppa del Mondo si sposta verso Beitostolen, Cristian Zorzi ritorna su quello che è successo nel fine settimana appena concluso, una tre giorni che ha salutato un nuovo podio di Federico Pellegrino ma anche tante criticità a cominciare dalla pista.

FACILE, QUASI BANALE – “Questo tracciato è troppo facile per i fondisti. Può andare bene per alcune gare di biathlon, ma non per le mass start di fondo. Lo spettacolo domenica è stato proprio basso ed è un peccato, perchè le potenzialità a Lillehammer non mancano. Impossibile fare selezione e la 20km si è trasformata in una specie di trasferimento al traguardo. Con i norvegesi a brindare, come prevedibile. La scelta non mi è piaciuta: già l’assenza di molti atleti di primo piano riduce lo spettacolo, se poi ci si mettono anche le scelte di tracciato a rendere ancora meno affascinante la situazione… 
Oltretutto rispetto al consueto, anche sul fronte organizzativo c’è stata qualche lacuna, con troppa gente in pista e pure un’incursione di un gruppo ambientalista che ha pensato bene di versare olio sul tracciato. Diciamo che non se ne sentiva il bisogno di tutto questo…”

FOCUS AZZURRO – “Federico Pellegrino sa sempre il fatto suo. Nella sprint ha raccolto il massimo che poteva sperare e ha dimostrato ancora una volta di trovarsi a proprio agio sulle nevi nordiche. Poi nella distance di domenica onestamente c’era ben poco da fare contro uno squadrone come la Norvegia: pescano dal mazzo e trovano subito qualcuno competitivo. Chicco a parte, il resto del gruppo ha faticato e non poco: per esperienza dico che bisognerà aspettare Davos per capire effettivamente quale è la condizione degli altri, in genere noi italiani soffriamo la lunga permanenza al nord. Serve il sole per ricaricarci, un po’ come dei pannelli solari. De Fabiani ha dato segnali meno positivi rispetto al week end precedente,Salvadori, Ventura e Graz mi sembrano un po’ imballati, ancora. Al femminile Ganz e Comarella si confermano sugli stessi livello: manca il guizzo, ma aspettiamo le prossime settimane per capire bene. Iniziare un percorso con un nuovo alleanatore e diverse intensità può portare magari tanto entusiasmo all’inizio per il gusto della novità, ma poi il corpo deve metabolizzare i cambiamenti e non sempre le tempistiche sono chiare in principio: credo che il focus sia lavorare al meglio sulla convinzione, con processi specifici definiti atleta per atleta in modo che possano focalizzarsi al meglio sulle rispettive gare”

CICLI – “Oggi le svedesi sono lo squadrone da battere. Ma la storia del fondo procede a cicli ed in casa Norvegia si dovrà aspettare un po’ prima di avere una nuova dominatrice, un traino per il resto del gruppo. Le Weng fanno vedere qualcosa di buono, ma in casa erano abituati a ben altro dopo due generazioni dominate con Bjørgen, Johaug e compagne. Jessie Diggins non molla un colpo, le tedesche dimostrano di volta in volta di essere coinvolte in un progetto funzionale e ben strutturato. Al maschile inutile girarci tanto attorno: c’è solo la Norvegia, pur con Klæbo che rinuncia a qualche gara – Pellegrino a parte, naturalmente.

SUGLI SCUDI – “Confesso che a me fa sempre molto piacere salutare i risultati di Ingvild Östberg: ha sofferto tanto, è stata ferma a lungo ma sta tornando con i suoi modi gentili, il suo sorriso. Ha avuto la fortuna di essere aspettata, perchè in altri contesti credo che non sarebbe stato così scontato. Ma si merita tutto questo e credo che abbia ancora qualche soddisfazione da togliersi: mi sento di indicare lei come donna da copertina del fine settimana di Lillehammer. Al maschile invece punto su Nyenget: è vero che Golberg è in formissima, ma Nyenget mi convince sempre più. E’ già al secondo podio e questo mi fa capire l’eccellente lavoro che sta facendo la fiemmese Valentina Vuerich con gli sci dei norvegesi. Non ha per le mani i big, ma proprio per questo deve sobbarcarsi un lavoro immane per farsi trovare sempre pronta anche nel caso di ingressi all’ultimo di atleti dai gruppi inferiori. Lavora ore e ore ma i risultati sono dalla sua: dopo l’esperienza con la Slovenia sta scoprendo una realtà più grande, più articolata dove la concentrazione e le aspettative sono elevate, ma Valentina sa il fatto suo”.

NIENTE BEITOSTOLEN – “Programma alla mano, abbiamo deciso di rinunciare al fine settimana di Beitostolen; Altimiras non è portato per le sprint e quindi torniamo sulle Alpi per ricaricarci in vista di Davos. Non nascondo che avrebbe anche lui preferito gare più dure, ma così è stato scelto… Almeno domenica c’è stato un pubblico numeroso, visto che nei giorni precedenti non c’era una folla particolarmente ricca…”

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