Kontiolahti ed il miracolo di cristallo.
Sono passati due anni e mezzo, sembra un’altra vita. Nel marzo 2020 il Covid si era ormai affacciato in tutta la sua pericolosità anche nel cuore dell’Europa e chiusi i gloriosi Mondiali di Anterselva, IBU e organizzatori hanno voluto tenere duro a Nove Mesto per poi chiudere precipitosamente la stagione a metà marzo a Kontiolahti. La neve finlandese si è trovata quindi inaspettatamente a fare da giudice finale alla corsa alla coppa di cristallo e a salutare nell’inseguimento decisivo il secondo sigillo consecutivo di Dorothea Wierer.
Principessa iridata nella sua Anterselva e poche settimane dopo trionfatrice per il secondo anno consecutivo nella classifica generale, in una Kontiolahti che faceva scendere il sipario anche con il podio di Lisa Vittozzi, un terzo posto che sembrava poter cancellare le polemiche e le difficoltà nate in avvicinamento ai mondiali altoatesini. Tra l’altro, nel giorno del canto del cigno della padrona di casa Kajsa Mäkärainen e di Monsieur Biathlon Martin Fourcade.
La stessa Kontiolahti il novembre successivo avrebbe dato il là alla nuova stagione, inaugurata guarda caso da un altro successo di Wierer, quasi a voler chiudere un cerchio magico, a voler riprendere quella continuità interrotta bruscamente dalla pandemia.
Che giornata, quel 14 marzo 2020. Il giorno prima, un venerdì, la sprint aveva detto molto male a Doro. Il suo 19° posto era amaro sia per il successo di Denise Herrmann che le aveva così sfilato in extremis di mano la coppetta di specialità, sia per il terzo posto di Tiril Eckhoff, ritornata sotto in generale e staccata di sole 8 lunghezze.
Per difendere la leadership in classifica partendo da così lontano serviva un miracolo. Un miracolo sportivo da parte di Wierer e magari la complicità di una Eckhoff che iniziava a capire i dettami della cura Oberegger.
Tira vento su Kontiolathi, quel sabato mattina durante l’inseguimento. Un vento ballerino che complica oltremodo le cose a chi deve rimontare, a chi si trova con l’acqua quasi alla gola. “Vinceremo insieme, andrà tutto bene” aveva scritto sulla sua carabina, quel giorno. E a vincere è stata lei, resistendo all’inevitabile delusione dopo gli errori del terzo poligono, continuando a spingere nonostante la coppa sembrasse ormai un miraggio, per poi ritrovarsi d’improvviso Tiril Eckhoff davanti a sé, uscita malconcia dall’ultima sessione di tiro. L’ultimo giro della stagione è stato una specie di marcatura stretta: decima Tiril, undicesima Doro e la Coppa è rimasta in Italia. Con il sorriso di Dorothea Wierer a rendere per qualche istante più leggere e sopportabili l’ansia e la paura che serpeggiavano per il pianeta.
L’impresa di cristallo di Dorothea Wierer è uno dei ricordi indelebili che ci ha lasciato Kohtiolahti. Restando in casa Italia, non manca l’emozione per il bronzo iridato di Karin Oberhofer, per il primo podio della carriera di Lisa Vittozzi, per tante vicende compreso il podio in chiusura dello scorso anno di Lukas Hofer, purtroppo assente nel prossimi giorni per un problema tendine al tibiale.
Da martedì si riparte con l’individuale maschile che rimetterà in palio la Coppa del Mondo vinta trionfalmente da Quentin Fillon Maillet lo scorso anno; mercoledì toccherà alle ragazze avviare una stagione che profuma tanto di definitivo cambio generazionale.
Individuali, staffette, sprint ed inseguimento: questo il programma della settimana finlandese per dare il benvenuto alla nuova stagione verso i Mondiali di Oberhof, verso un’annata con non poche novità, a cominciare dai diversi punteggi e dalla rinuncia agli scarti.