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Sci di fondo

Sci di Fondo – Tra assenze, scelte e Covid la stagione parte in sordina. De Fabiani a caccia di conferme, attenzione a Ganz

Con la Russia a due passi, l’assenza di Bolshunov, Terentev, Nepryaeva e compagni è ancora più dolorosa.
Domani a Ruka scatterà la nuova stagione di Coppa del Mondo e tra assenti per cause belliche e bloccati per Covid, il clima alle porte di Kuusamo è decisamente dimesso.
E già l’atmosfera che gravita attorno al massimo circuito sugli sci stretti non è che sia eccezionale, dopo anni di crisi perdurante, anche per le scelte di chi tiene in mano le redini.
La decisione di variare il sistema di punteggi per favorire i piazzamenti e le presenze più che le vittorie cozza subito contro questo primo fine settimana con tanti positivi al Covid: se è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, sorge il dubbio che la stagione che si appresta ad entrare nel vivo non sarà da antologia.

Al maschile la competitività sarà di fatto quasi esclusivamente norvegese nelle distance (a parte il finnico Niskanen, quando si riprenderà) con Johannes Klæbo chiamato a dissipare del tutto i dubbi sulla propria condizione. 
Nelle sprint Federico Pellegrino ed i francesi potranno inserirsi nella bagarre tutta vichinga, magari non da domani. Insomma, l’assenza dei russi è pesante, letale per l’intero movimento.

Al femminile la situazione è un po’ differente, per fortuna anche se si aprirà un nuovo ciclo dopo la chiusura della seconda fase della carriera di Therese Johaug. La detentrice del coppone Nepryaeva è confinata a gareggiare all’interno della patria o nella vicina Bielorussia, ma le sfide tra svedesi, tedesche e quello che resta del team norvegese – Heidi Weng saprà essere protagonista vera? – lasciano sperare ad una stagione quanto meno viva e palpitante, inverno che condurrà verso i Mondiali di Planica (21 febbraio – 5 marzo) passando anche per le tappe italiane di Val di Fiemme (6-8 gennaio, consueto finale del Tour de Ski), Livigno (21-22 gennaio a sostituire Milano) e Dobbiaco (3-5 febbraio, ultimo atto prima della rassegna iridata) per chiudersi ancora in Finlandia in chiusura di marzo, a Lahti.

Tre tappe italiane per una stagione chiamata a dire molto in casa azzurra. L’ingaggio di Markus Cramer andrà misurato e valutato nel medio periodo visto che un cambio di metodologia richiede comunque del tempo, ma per Francesco De Fabiani è lecito attendere già da questo inverno ulteriori segnali di crescita – corroborati dal contesto più abbordabile – mentre il capitolo riguardante Federico Pellegrino è a se stante, alla luce di un palmares che consente al poliziotto trentaduenne di Nus di godere appieno della stagione senza aspettative o pressioni di sorta. Qualsiasi cosa arriverà, sarà un plus.
Per tutti gli altri, a cominciare da Giandomenico Salvadori e via dicendo si prospetta un’occasione da sfruttare per mettere in saccoccia risultati di pregio, con Davide Graz a proseguire il proprio cammino di crescita, sempre al netto dell’adattamento ai nuovi carichi.

Le gare del pre-season hanno detto che Caterina Ganz pare in buona condizione. La finanziera fassana complice l’addio di Scardoni e la maternità di Laurent veste ora i gradi di riferimento del team azzurro, con l’amica Anna Comarella in scia, nell’attesa del pieno recupero di Francesca Franchi e della crescita di Nicole Monsorno e delle altre giovani.
I presupposti per qualche risultato interessante non mancano, così come le prospettive, ma di certo sarà dura competere per le posizioni di vertice. E lo scriviamo naturalmente felicissimi di poter essere smentiti quanto prima.

Intanto domani si parte, con la sprint in classico seguita sabato e domenica dall’individuale in classico e dall’inseguimento a skating, con il debutto dei nuovi chilometraggi parificati tra settore maschile e femminile, con 10 e 20 chilometri a farla da padrone per l’intero inverno, a parte sparute variazioni sul tema. La scelta pagherà? Mah.

Va ricordato come le nevi di Kuusamo siano state spesso avare di soddisfazioni per i nostri: De Fabiani un podio l’ha sfiorato, Pellegrino ha saputo una sola volta entrare in finale. Un dato da tenere a mente.

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