Dalla Russia arrivano le prime reazioni, dopo la decisione della FIS di non riammettere gli atleti russi e bielorussi dalla sospensione a loro inflitta allo scoppio dell’invasione russa in Ucraina.
Il primo a reagire è stato il noto giornalista e presentatore Dmitry Guberniev, che la scorsa primavera ha anche presentato un evento propagandistico di Putin, indossando anche il simbolo dell’attacco in Ucraina. Come al solito Guberniev ha usato una scusa per attaccare Elena Välbe, con cui non ha un grande rapporto: «Fin dall’inizio, la posizione di Välbe e di coloro che speravano in qualcosa di buono era incomprensibile. Invece di prepararsi per le competizioni all’interno del paese, le persone, completamente ignare di ciò che stava accadendo, costruivano castelli in aria. Fin dall’inizio è stato chiaro che non ci avrebbero fatto entrare. La gente veniva nutrita con false speranze. Per che cosa? Devi guardare davvero le cose. Saremo esclusi per molto tempo, molto probabilmente. È necessario preparare le competizioni all’interno del paese, come i biatleti e il resto. Non ci faranno entrare, mi dispiace, ma l’amara verità è meglio delle dolci bugie».
In realtà la stessa Välbe aveva fatto capire che gli atleti russi sarebbero stati esclusi.
Sul proprio canale Telegram, la prima reazione di Veronika Stepanova, sempre attiva sui social e anche sempre critica nei confronti del mondo occidentale, ha pubblicato una foto che la immortala mentre taglia il traguardo nella staffetta d’oro della Russia a Pechino 2022, con la scritta: "Tornerò". Un segno quasi di sfida.
L’olimpionica ha quindi parlato a Match TV: «Un piccolo gruppo di forti radicali ha lottato per la nostra rimozione, a cui la maggioranza silenziosa ha deciso di sottomettersi. Molti di loro sanno bene che si tratta di un’ipocrisia ingiustificata. Altri sono più preoccupati per l’apertura di un nuovo capitolo sconosciuto: gli atleti possono essere sospesi per motivi politici. E domani? È etico? Morale? Chi risponderà? Per quanto mi riguarda personalmente, il mio obiettivo dichiarato sono le Olimpiadi del 2026, ormai da diversi anni. Tutto il resto sono solo dei passaggi lungo la strada. In termini di sport, per me non è cambiato praticamente nulla».
Come al solito molto aggressivo l’ex biatleta Alexander Tikhonov, che ha parlato a Championat: «La FIS è prevalentemente scandinava, quindi la decisione era prevista. Da qualche tempo li chiamo congelati. Si sono spaventati e ci hanno lasciato fuori dalla competizione».
A Match TV ha invece parlato Yuri Borodavko, allenatore del gruppo più competitivo della nazionale russa di sci di fondo: «Era previsto. Abbiamo già stilato tutto il calendario, si svolgerà in parallelo con i Mondiali. Vedo un lato positivo in questo: gli appassionati di sci di fondo non vedono i nostri atleti più forti da molto tempo e ora verranno e potranno entrare in contatto con loro. I Giochi Olimpici sono avanti. Questa stagione non chiude la carriera, tutti si impegneranno per mantenersi in forma. Ho però un rimpianto: è stato svelato il vero volto di tante persone con cui abbiamo comunicato per molti anni, trascorso del tempo alle competizioni. E il modo in cui ci trattano è inquietante. Stare in disparte dopo il ritorno sull’arena internazionale è isolarsi. Naturalmente, continueremo a comunicare con loro, ma sarà un rapporto di lavoro e d’affari».
È intervenuto anche un ex fondista, Alexander Panzhinsky: «Purtroppo l’inizio della stagione sarà senza i russi. L’unica cosa che può salvarci è un brusco cambiamento nella situazione geopolitica in vista dei Mondiali. I cambiamenti possono verificarsi prima del momento più importante della stagione. È difficile prevedere cosa accadrà. Perdere una stagione per tutta la nostra squadra non sarà fondamentale, il livello dei fondisti non calerà. Molti giovani sciatori avranno l’opportunità di competere con Nepryaeva e Bolshunov, che hanno visto solo in TV o ai campionati russi alla fine della stagione».
Ecco le prime reazioni dalla Russia, dopo l’esclusione dalle competizioni FIS per la stagione 2022/23
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