Quella di domani sarà una giornata fondamentale e storica per gli sport invernali, dal momento che la FIS deciderà la sorte degli atleti di Russia e Bielorussia, ai quali potrebbe non essere consentito di partecipare alle gare della prossima stagione, a causa dell’attacco militare che la Russia sta portando avanti nei confronti dell’Ucraina.
All’interno della FIS, sembra che la maggioranza sia favorevole all’esclusione degli atleti russi da tutte le competizioni internazionali, soprattutto in Scandinavia, dove dirigenti, atleti e media stanno spingendo fortemente per non consentire ai russi di rientrare dall’esclusione arrivata già lo scorso marzo, anche se allora la decisione era stata presa per la loro sicurezza, altro aspetto ovviamente da considerare visto il clima internazionale che si è creato.
Le notizie filtrate in questi giorni fanno pensare che domani arriverà l’ufficialità dell’esclusione, che avrebbe un impatto pesante sul mondo degli sport invernali, in particolare sullo sci di fondo.
Pur dichiarandosi da sempre a favore dell’esclusione degli atleti russi, la tv norvegese NRK ha analizzato nei numeri l’impatto che l’assenza di Bolshunov e compagni avrebbe nello sci di fondo, soprattutto in campo maschile, dove c’è ormai un dualismo Norvegia – Russia che ha lasciato poco alle altre nazioni.
Esaminando tutte le gare delle ultime tre stagioni con russi e norvegesi al via, NRK ha dimostrato chiaramente che lo sci di fondo maschile senza la Russia cambierà profondamente. I risultati delle ultime 64 gare individuali maschili di Coppa del Mondo e dei grandi eventi mostrano, che gli uomini norvegesi e russi hanno occupato l’80% delle prime cinque posizioni nelle ultime tre stagioni. Ci sono stati quasi solo russi e norvegesi nella top ten in diverse gare. Otto dei dieci migliori atleti della Coppa del Mondo provenivano da Norvegia e Russia, quando i russi sono stati banditi a marzo. 15 dei 20 migliori atleti erano russi o norvegesi. 13 dei primi 15 fondisti provenivano da queste due nazioni nella distance.
Le ultime tre stagioni hanno confermato un andamento simile. Se venisse esclusa la Russia, si verificherebbero dei grandi cambiamenti.
Ecco come le cose sarebbero andate in nello sci di fondo maschile se la Russia fosse stata esclusa dalle classifiche dal novembre 2019.
La Norvegia avrebbe vinto quasi l’80% di tutte le gare.
La Norvegia avrebbe vinto tutte le medaglie ai Mondiali nel 2021.
I norvegesi avrebbero fatto addirittura cinquina in due gare a Oberstdorf 2021.
In media, la Norvegia avrebbe avuto più di tre atleti tra i primi cinque in ogni singola gara nelle ultime tre stagioni.
Nelle gare distance, la proporzione sarebbe stata di circa il 70%.
La Norvegia avrebbe avuto sette degli otto migliori nella coppa distance della scorsa stagione.
Senza i russi, se la prossima stagione dovesse seguire lo stesso andamento delle ultime tre, il panorama sarebbe piuttosto chiaro. Nelle distance c’è un solo atleta che può interferire e vincere, il finlandese Niskanen. Nelle sprint, invece, ci sono come sempre Pellegrino, insieme ai francesi Chanavat e Jouve. «Sono i soli che sono stati i veri sfidanti per la Norvegia, oltre alla Russia – ha affermato Bjørn – quando sarà rimasta una sola squadra in campo, sarà quasi una passeggiata per la Norvegia. E questo ovviamente non è vantaggioso per lo sport a livello internazionale».
NRK ha sottolineato come si abbia già avuto un’anticipazione di cosa sia lo sci di fondo maschile senza una tra Norvegia e Russia, quando i norvegesi decisero di non prendere parte ad alcuna competizioni nei mesi di dicembre e gennaio 2020/21. La Russia aveva avuto sei atleti tra i sette migliori del Tour de Ski, con l’inserimento del solo Manificat che giunse secondo. Anche nel finale della passata stagione, quando i russi erano stati banditi dalle gare, si era visto un netto dominio norvegese, compresa la tripletta a Holmenkollen e cinque tra i migliori sei nelle finali di Falun, nonostante alcuni big fossero assenti causa covid.
L’eventuale esclusione della Russia avrebbe anche delle conseguenze commerciali per la FIS. La Russia ha salvato i numeri televisivi, in calo negli ultimi anni. Nel passato inverno, le cifre degli ascolti televisivi per lo sci di fondo sono state le più basse degli ultimi cinque anni. I russi rappresentavano ben il 29 per cento dei telespettatori, secondo un rapporto realizzato per FIS dall’agenzia di analisi dei media Nielsen.
Le cifre dell’interesse russo hanno effettivamente raggiunto il picco quando i russi hanno dominato il Tour de Ski l’anno scorso, in assenza della Norvegia.
Dalla stagione 2017/18 i dati di ascolto totali per lo sci di fondo sono diminuiti del 20%. Il rapporto Nielsen sottolinea, tra l’altro, che i titolari dei diritti sono passati di mano da emittenti pubbliche a quelle a pagamento, ed inoltre alcune gare sono state cancellate.
In controtendenza con l’Europa, i russi hanno più che raddoppiato il numero di telespettatori. Uno dei motivi è che lo sci di fondo è stato reso più accessibile tramite il canale gratuito MatchTV. Il rapporto Nielsen indica anche "l’effetto Bolshunov", come una delle ragioni per cui i russi hanno avuto una crescita del pubblico del 143%.
NRK sottolinea, quindi, come l’assenza dei russi potrebbe avere delle conseguenze catastrofiche per lo sci di fondo, pur restando sulla sua posizione che l’esclusione è giusta ed inevitabile.
Ma cosa farà la FIS? Accetterà di avere solo degli attori che trasmettono gare quasi esclusivamente su canali a pagamento, provocando di fatto un crollo dei numeri, a maggior ragione con gare che nello sci di fondo maschile vedranno quasi una lotta interna ai norvegesi? Dall’altra parte, però, va anche sottolineato che in altri sport FIS i numeri russi sono meno impattanti e certamente lo sci di fondo non è considerato dalla FIS lo sport più importante. Infine, ci sono cose più importanti dello sport e delle sue ricadute commerciali, questo non va mai dimenticato.
Di seguito una tabella con i risultati con e senza la Russia.
Distribuzione delle prime 5 posizioni in tutte le gare individuali maschili a cui Norvegia e Russia hanno partecipato negli ultimi tre anni.
2019/20 (30 gare)
Russia 26,66 %, Norvegia: 53,33 %, Altri 26 %.
Senza Russia: Norvegia: 68,66 %, Altri: 31,33 %.
2020/21 (13 gare)
Russia: 24,3 %, Norvegia 60 %, Altri: 15,7 %.
Senza Russia: Norvegia: 71,4 %, Altri: 28,6 %
2021/22 (20 gare)
Russia: 28 %, Norvegia: 46 %, Altri: 26 %.
Senza Russia: Norvegia: 58 %, Altri: 42 %.
Un totale di 64 gare nelle ultime tre stagioni
Russia 26,6 %, Norvegia 53,4 %, Altri 20 %.
Senza Russia: Norvegia: 65,9 %, Altri: 34,1 %.
Solo per gare a distanza durante le stagioni 2019/20-21/22
Russia: 32 %, Norvegia: 53,5 %, Altri 14,5 %.
Senza Russia: Norvegia 69,5 %, Altri: 30,5 %.
Per i grandi eventi (2019, 2021 e 2022)
Russia; 33,3 %, Norvegia: 50 %, Altri 16,7 %.
Senza Russia: Norvegia 56,7 %, Altri 43,3 %.
La Norvegia avrebbe avuto almeno quattro dei primi cinque in 27 gare su 64 senza concorrenti russi. Cioè, il 42 % delle competizioni.