La crisi della nazionale britannica di sci di fondo, che in questo momento non ha i fondi per poter pensare di prendere parte a tutta la stagione, ha particolarmente colpito i protagonisti della Coppa del Mondo, soprattutto i norvegesi, in quanto gli allenatori della squadra britannica sono entrambi norvegesi e inoltre gli atleti britannici sono soliti allenarsi proprio in Norvegia.
Le difficoltà della nazionale della Gran Bretagna, rimasta senza soldi dopo che UK Sport ha deciso di tagliarle i fondi, hanno spinto alcuni atleti a dire la loro. Tra essi Johannes Klæbo, che ha fatto alcune proposte che secondo lui potrebbero aiutare lo sci di fondo ad uscire dalla sua crisi economica. Il campione norvegese, come aveva affermato anche un anno fa in un’intervista rilasciata a Fondo Italia nel corso del raduno a Passo di Lavazè, ha affermato che bisognerebbe prendere esempio dal ciclismo introducendo dei team privati, scavalcando così il concetto di squadre nazionali: «Non andremo avanti in questo mondo se non ci proviamo – ha spiegato a VG – non ho idea di cosa sia giusto, ma credo assolutamente che dovremmo fare qualcosa e potremmo fare qualcosa. Dobbiamo essere aperti a nuove proposte. Quando si scopre che una squadra come la Gran Bretagna non ha il budget per competere, deve suonare qualche campanello. Quindi non posso dire che la soluzione migliore sia optare per un modello stile ciclismo (con team privati, ndr), ma penso che dovremmo iniziare tutti a ragionare e familiarizzare con l’idea. Poi le cose devono essere fatte un passo alla volta».
Klæbo ha iniziato a fare questo ragionamento dopo essere stato sponsorizzato da Uno-X, che ha anche un team di ciclismo. Il campione norvegese ha iniziato così a pensare che nel corso della stagione gli atleti potrebbero prendere parte agli eventi facendo parte della propria squadra privata, formata da atleti provenienti da diversi paesi, poi in occasione di Mondiali od Olimpiadi si tornerebbe a gareggiare come nazionale, proprio come accade nel ciclismo.
«Recentemente sono stato in Belgio (ha assistito al Giro delle Fiandre, ndr), dove il ciclismo è importante quanto lo sci in Norvegia. Hanno belgi praticamente in ogni squadra professionistica. Quindi, si può utilizzare l’esperienza che hanno in Belgio in maniera più ampia. In Norvegia abbiamo la cultura dello sci, e se avessimo un modello diverso, o almeno avessimo un’altra idea, magari sarebbe più facile competere ad armi pari. Diversi norvegesi potrebbero anche partecipare alla Coppa del Mondo in varie squadre. Ci sono molti aspetti e pensieri diversi che devono essere sviluppati. L’idea del ciclismo probabilmente mi ha colpito sempre di più, dopo che sono entrato nel loro mondo e ho sentito parlare di come è fatto. Considerando anche come funziona il sistema con il reclutamento. Se le squadre di ciclismo professionistico prelevano atleti da un club locale, pagano i club per i tre anni successivi in modo di dargli qualcosa in cambio. È una buona cosa, che riguarda ancora una volta il reclutamento».
Nei giorni scorsi Guri Knotten, nuovo responsabile delle discipline nordiche e del biathlon della Federazione svizzera di sci, ha proposto che per risparmiare bisognerebbe preparare a tutti i concorrenti gli sci nella stessa maniera, in quanto il lavoro sui materiali costa buona parte del budget ai team più piccoli.
Klæbo la vede in maniera leggermente diversa: «È molto positivo che arrivino nuovi pensieri e idee. Sono più critico sul fatto che tutti abbiano la stessa preparazione degli sci, perché penso che la preparazione dei materiali faccia parte degli aspetti più interessanti nello sci di fondo. Preferirei chiedermi se dovremmo invece mettere un tetto al budget per quanto riguarda i materiali, che forse migliorerebbe le cose. Competenza e conoscenza dovrebbero essere premiate ed altri sport ci insegnano che il tetto al budget può essere un’idea».
La cosa importante secondo Klæbo è che anche altri propongano idee: «Dobbiamo coinvolgere più nazioni e mettere su carta le nostre idee insieme a persone in grado di realizzarle. Mi aspetto che molte persone abbiano le proprie proposte da fare. Mi sorprenderebbe e mi spaventerebbe se più persone non avessero idee su come potremmo sviluppare ulteriormente lo sport».
Sci di Fondo in crisi? Johannes Klæbo: “Così non andiamo avanti, ognuno faccia proposte; ecco le mie”
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