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Biathlon – Spavento e rabbia per Giacomel: “Cose del genere non devono succedere, fortuna è accaduto quando andavo piano”

Sparare l’ultimo colpo della serie a terra, rialzarsi dalla piazzola e poi spingere a tutta verso il giro di penalità, prima appoggiando lo skiroll sinistro, poi quello destro, un gesto che Tommaso Giacomel ha ripetuto migliaia di volte nella sua carriera tra allenamenti e gare. Oggi, però, qualcosa è andato storto, quando il corpo del trentino delle Fiamme Gialle ha poggiato sullo skiroll destro, d’improvviso Tommaso Giacomel ha sentito il vuoto sotto di sé, lo skiroll si era staccato, lo aveva tradito per un problema tecnico, così l’azzurro si è ritrovato a terra, senza poter fare nulla per evitare la caduta. Una forte botta sul braccio destro, sotto al gomito e sulla gamba. L’azzurro inizialmente ha cercato di rialzarsi, ancora inconsapevole dell’accaduto, poi la reazione rabbiosa, il calcio verso l’aria, mentre i tecnici italiani al poligono erano sbalorditi ma prima di tutti preoccupati per le sue condizioni. Quindi l’arrivo di Jonne Kähkönen, che aveva filmato il momento, come fa sempre per studiare nei particolari il lavoro svolto dagli atleti al poligono. Le immagini a chiarire ogni dubbio: lo skiroll ha tradito l’azzurro.

Giacomel si è recato quindi nell’area riservata agli atleti, ha iniziato con l’acqua a pulirsi le ferite, ovviamente molto dolorante, mentre nel frattempo chiacchierava con l’allenatore responsabile Alex Inderst e Klaus Höllrigl. Poi, con grande rabbia ha lasciato gli skiroll agli organizzatori (tutti gli atleti stanno gareggiando con skiroll della stessa azienda, ndr) andando un attimo a rilassarsi. Smaltita un attimo la rabbia si è recato da noi per raccontare l’accaduto, ancora chiaramente spaventato per quanto successo e dolorante, ma determinato a tornare in gara già domani.
Come stai Tommaso?
«Per fortuna abbastanza bene, nonostante qualche escoriazione. Credo mi verrà fuori un bell’ematoma sulla coscia destra, visto che ho fatto un volo di faccia».
Devo ammettere che stando in zona poligono, temevo ti fossi male al braccio.
«Eh guarda qui (ci mostra una ferita, ndr). Quindi si, anche al braccio».
Per fortuna non hai avuto conseguenze peggiori, anche se immagino che stanotte avrai dolori ovunque. 
«Sicuramente quando si hanno queste escorazioni non si dorme mai bene. Sono cose che non dovrebbero succedere, come accaduto lo scorso anno a Tarjei Bø a Wiesbaden e lui in quel caso si era fatto molto più male di me. Adesso sono caduto io, ma penso però a piste come Oberhof con discese a 80 km/h, se fosse capitato lì, mi sarei ucciso. Per fortuna oggi è anche accaduto all’uscita del poligono, a bassa velocità, però è stato comunque un grande rischio».
Hai capito già cosa è successo?
«Credo si sia proprio aperto il ferro dell’attacco. Quando mi sono rialzato, ho guardato lo skiroll, l’attacco era chiuso, c’era la doppia chiusura e avevo chiuso entrambe. Ho fatto un passo, ho spinto destra e poi con la sinistra convinto di avere skiroll sotto al piede e sono caduto di faccia».
Moralmente come stai? Immagino che quando accade una cosa del genere non sia semplice indossare nuovamente gli skiroll domani e tornare in pista.
«Anche Doro è caduta quest’anno e ha avuto un po’ di trauma, ma alla fine credo che la mia caduta sia stata meno brutta rispetto alla sua. Non è mai bello cadere in questo modo, è pericoloso, sarebbe meglio avere attacchi e skiroll migliori, visto che già dopo la qualificazione mi ero lamentato a causa di una ruota che deviava verso sinistra».
Domani pensi di gareggiare?
«Penso di si, vediamo come starò, ma credo ci voglia altro per piegarmi».
Ecco, per quanto riguarda la tua prestazione, a che punto sei? Che idea ti sei fatto?
«Sono messo abbastanza bene. Oggi nelle prime due serie a terra della finale non ho sparato al top. Vediamo domani, spero di riuscire a dormire bene stanotte».

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