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Sci di fondo

Maja Dahlqvist e la rinuncia alla nazionale: “Non sono Giuda, lo sci di fondo sta progredendo e non ci si allena come cinque anni fa”

In questa stagione sono molti gli atleti che hanno deciso di allenarsi lontano dalle squadre nazionali. In Norvegia lo sta facendo Johannes Klæbo, che ha scelto di seguire il proprio percorso, mentre in Svezia hanno rinunciato alla nazionale tre atlete del calibro di Linn Svahn, Frida Karlsson e Maja Dahlqvist.
Di questo argomento si sta discutendo molto in Scandinavia e non solo, dal momento che tanti hanno iniziato a chiedersi se il concetto di squadre nazionali, così come è attualmente concepito, sia superato e sempre più spesso si vedranno atleti allenarsi con un proprio coach personale. All’agenzia TT, Maja Dalqvist ha espresso il proprio pensiero sull’argomento.
«Credo che oggi lo sci di fondo non sia lo stesso di cinque anni fa – ha affermato la fondista svedese, vincitrice della coppa di specialità sprint – continua a progredire e tu devi seguire questi progressi. Non ci alleniamo esattamente come cinque anni fa. Se dovessi andare in raduno con la squadra, dovrei pensare a come fare le cose al meglio e ottimizzare le cose. Voglio sentire che mi sviluppo al cento per cento come sciatrice e non solo essere in un raduno con la squadra perché è divertente. Allenarmi da sola mi darà qualcosa. Quando ero più giovane, andare in raduno era come uscire con gli amici. Ora sento di volere qualcosa di più. Non è male essere nella squadra, ma stiamo andando così bene a casa». 
Dahqlvist ha poi ammesso di non aver apprezzato come è stata data la notizia della rinuncia sua e di Karlsson alla nazionale: «È stato tutto veloce. Io e Frida abbiamo avuto diversi colloqui con il managment della nazionale e ci aspettavamo di raggiungere un compromesso. Non lo abbiamo raggiunto e poi in uno schioccare di dita è uscito il comunicato stampa (della federazione, ndr), che è stato un errore e ci siamo rimaste male. Anche perché non avevamo avuto l’opportunità di dirlo ai nostri cari e agli stessi sponsor, a spiegare le nostre motivazioni. Speravamo ci dessero un giorno per avere il tempo di spiegare, invece non è stato così».
Una volta spiegate le proprie motivazioni, Dahlqvist ha notato che molti hanno capito la loro scelta, anche i compagni di squadra della nazionale: «Sì. Non mi sento come Giuda. Il gruppo è fantastico, sia le ragazze che i ragazzi».  

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