È domenica pomeriggio e Jonne Kähkönen è in aeroporto in attesa di partire per tornare dalla sua famiglia in Finlandia. Come tanti, anche l’allenatore finlandese si è trovato a dover aspettare a lungo in aeroporto tra cancellazioni e ritardi dovuti agli scioperi, che hanno invece lasciato a terra la nazionale azzurra di sci di fondo.
Durante la lunga attesa, lo abbiamo così sentito telefonicamente, per avere da lui un resoconto del terzo e lungo raduno della nazionale femminile, composta da Lisa Vittozzi, Michela Carrara, Samuela Comola, Irene Lardschneider, Eleonora Fauner, Hannah Auchentaller, Rebecca Passler, Linda Zingerle e Beatrice Trabucchi, che tra Bessans e Passo di Lavazé, hanno passato ben tre settimane in quota.
L’esperto allenatore finlandese è partito parlando del lato organizzativo della preparazione, condiviso con i suoi colleghi, l’allenatore responsabile Alex Inderst, l’allenatore della parte atletica Mirco Romanin e l’altro collega di tiro Edoardo Mezzaro. «I primi due mesi sono serviti a conoscere le atlete. Nel complesso, l’allenamento si è concentrato sulla costruzione della base, sia per la parte fisica che per il tiro. Nessuna sorpresa, sotto questo punto di vista. Tutti noi allenatori lavoriamo a stretto contatto e Alex (Inderst, ndr) come capo allenatore è il responsabile del programma generale, sia maschile che femminile. Sulla base del programma che Alex ci invia, ci sediamo e discutiamo i dettagli della preparazione e lo adattiamo, se necessario, sia globalmente come gruppo femminile, che individualmente per ogni singola atleta. Questo sistema funziona bene e mi piace lavorare in questo modo; avere una base simile per tutti gli atleti, pur tenendo conto delle esigenze specifiche degli uomini rispetto alle donne e delle necessità individuali di ogni atleta. La comunicazione tra i membri dello staff tecnico è buona e fornisce una buona base per un lavoro professionale».
Kähkönen è poi entrato nello specifico del lavoro svolto al poligono: «Per il tiro, abbiamo lavorato molto per far crescere il livello delle abilità al poligono, sia nella precisione da fermo che di precisione nel biathlon (combinato fondo più tiro). Sono stato felice di vedere che la base è già su un buon livello, ma ovviamente c’è spazio per migliorare e questo è l’obiettivo. Abbiamo anche dedicato del tempo a controllare la posizione di tiro di ogni atleta, in modo che possano trovare la miglior posizione possibile per avere poi una buona prestazione al tiro».
Nell’intervista a Fondo Italia, Mezzaro ha descritto l’importanza delle novità introdotto in allenamento da Kähkönen, che ha così risposto: «Ho cercato di portare alcuni nuovi esercizi, volti a dare maggiori stimoli alle atlete. A volte l’allenamento è un po’ monotono e può essere noioso, quindi cerco di condividere tutta l’esperienza che ho maturato negli anni».
Kähkönen è quindi entrato nello specifico del lavoro svolto in quota: «L’ultimo blocco che abbiamo appena terminato è stato un lungo raduno in quota, che ha rappresentato una bella sfida per tutte le atlete. L’obiettivo era iniziare a spostare il focus dell’allenamento dalla base verso un lavoro più specifico per il biathlon (combinato, ndr). Dopo lo scarico che segue questo lungo blocco di lavoro, l’allenamento andrà sempre più verso lo specifico, mantenendo comunque nel programma alcuni allenamenti di base».
La squadra va da un’atleta esperta come Lisa Vittozzi a delle giovani che hanno appena esordito in Coppa del Mondo, oppure lo devono ancora fare. Abbiamo chiesto al coach finlandese se l’approccio è diverso nei confronti di ogni singola atleta: «Fondamentalmente, per quanto riguarda l’allenamento, no. Ovviamente con più esperienza il livello delle abilità è solitamente più alto, quindi ho bisogno di sfidare di più l’atleta, assegnandole esercizi più impegnativi. Ma il lavoro di base e le competenze necessarie sono le stesse e soprattutto durante i primi mesi di formazione tutti fanno lo stesso».
Anche per Kähkönen arriva ora un po’ di meritato riposo, finalmente in famiglia dopo un lungo periodo nel nostro paese, durante il quale l’allenatore finlandese ha già imparato anche diverse parole di italiano, cercando così di comunicare in maniera sempre migliore con le sue atlete, e conquistandole anche con le sue abilità alla chitarra, creando un ambiente sereno e rilassato dopo l’allenamento.
Biathlon – Il resoconto di Kähkönen dopo il lungo raduno della nazionale femminile: “C’è già un buon livello di base, ma abbiamo spazio per migliorare”
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