"È pubblicità ingannevole". Attraverso le colonne di Nettavisen è arrivato un nuovo attacco ad Emil Iversen, ma questa volta non per le sue prestazioni sportive o qualche dichiarazione, ma per la poca chiarezza di alcuni suoi post pubblicitari. Personaggio molto popolare, il fondista norvegese ha ben 121 mila follower sul proprio account Instagram, risultando così uno degli atleti più seguiti. Sui social, Iversen condivide tante immagini della sua preparazione, gli allenamenti e la vita quotidiana.
Ovviamente, come tutti gli atleti, Iversen pubblica anche diversi post pubblicitari. Per le regole in vigore in Norvegia, gli atleti devono farlo specificando che si tratta di pubblicità, tanto che si può notare dall’hashtag "reklame". Il trønderen, che dallo scorso autunno ha annunciato di aver scelto il produttore di carne Grillstad come suo sponsor personale principale, in una collaborazione che andrà avanti fino ai Mondiali di Trondheim del 2025, è stato contestato per aver di recente pubblicato un post per pubblicizzare questa azienda, senza segnare che si trattasse di una pubblicità.
Secondo Iben Bergstrøm, che lavora nel marketing digitale e tiene conferenze al BI Bergen, si tratta di una violazione del Marketing Act, in quanto la guida dell’Agenzia norvegese per i consumatori sottolinea che la pubblicità sui social media deve essere progettata e presentata in modo che appaia chiaramente come pubblicità.
«Emil non scrive nel testo che si tratta di una pubblicità – ha affermato l’intervistato – o indica che si tratta di una collaborazione con Grilstad. Ciò che è anche interessante qui è che nessun prodotto Grilstad è visibile, ma Grilstad è inserito in un contesto di stile di vita, quindi è ancora pubblicità. Grilstad commenta anche il post, il che rende la pubblicità ancora più chiara. Un post correttamente contrassegnato fa capire ai follower che si tratta di una collaborazione e di una pubblicità per Grilstad. Le conseguenze di non segnalare correttamente i messaggi come pubblicità sono contrarie alla legge sul marketing. Il suo messaggio diventa un’informazione ingannevole che può portare i consumatori a spendere soldi per prodotti ai quali non avrebbero pensato».
Nettavisen ha poi cercato di mettersi in contatto con Iversen e il suo entourage, ma non ha ricevuto risposta.