Dal 2015 fino alla scorsa primavera ha allenato la nazionale russa di sci di fondo, prima di lasciare a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina. Markus Cramer è oggi allenatore dell’Italia, che soltanto ieri ha concluso un lungo raduno tra Torsby e Oslo Holmenkollen. Proprio in Norvegia, l’allenatore tedesco della nazionale azzurra è stato raggiunto dai media locali. L’argomento? Ovviamente il tema caldo in Norvegia è legato alla Russia e all’eventuale partecipazione di Bolshunov e compagni alla prossima Coppa del Mondo.
A NRK, però, Cramer ha anche raccontato le difficoltà che lui stesso ha avuto nelle prime settimane in cui è iniziato il conflitto in Ucraina, quando anche l’allenatore tedesco ha ricevuto minacce e insulti pesanti sui social, provenienti anche dalla stessa Norvegia. «Non conosco le persona che mi hanno mandato i messaggi – ha affermato Cramer alla tv norvegese – ma sapevano chi fossi. Hanno scritto messaggi bruttissimi, come: "ti odiamo perché lavori per la squadra russa" e simili. Sono rimasto davvero scioccato per questo. Non capisco. Lavoro per lo sport, non per l’Esercito Russo o Putin. Lavoro per gli atleti. All’inizio era davvero difficile capire cosa fosse successo. Poi, quando ho lasciato la guida della nazionale russa, all’improvviso si è tutto fermato. Ma soprattutto all’inizio c’erano messaggi davvero brutti. Non sono nemmeno riuscito a mostrarli a mia moglie».
Cramer ha poi ammesso di essere anche rimasto scioccato dalla bruttissima accoglienza ricevuta dalla squadra russa quando aveva raggiunto la Norvegia per le ultime gare della stagione. In quell’occasione era stato anche imbrattato il camion dei materiali della squadra. Il team ha lasciato poi la Norvegia, quando la FIS, su indicazione del CIO, ha deciso di vietare la partecipazione degli atleti russi. «Sono rimasto davvero scioccato e triste per quello che era successo. Sono atleti, non soldati. E tutto ciò che è stato scritto sui quotidiani e detto nei telegiornali. È stato un grande shock quando ho visto cosa era successo. So anche che gli atleti hanno ricevuto molti messaggi pesanti. Non è qualcosa di cui abbiamo bisogno nello sport».
L’allenatore della nazionale italiana non ha avuto poi problemi ad esprimere la propria opinione sull’eventuale partecipazione dei russi alla prossima Coppa del Mondo. Nonostante non alleni più la squadra russa, Cramer ritiene che agli atleti debba essere consentito di prendere parte alle competizioni. «Sono contro la guerra in Ucraina, ma gli atleti russi non sono responsabili della guerra. La mia opinione è che devono essere autorizzati a competere. Sport e politica devono essere separati, ma come si è visto molte volte anche in passato, non funziona così. È anche difficile capire come mai in altri sport, come il tennis (ad eccezione di Wimbledon, ndr), si può partecipare, mentre in altri non è possibile. Spero che possano partecipare quest’inverno, perché senza gli atleti russi, sarà lo "spettacolo di una nazione". Non va bene per lo sport».
Sci di Fondo – Il racconto di Cramer: “Ho ricevuto messaggi di odio perché allenavo la Russia, ma i miei erano atleti non soldati”
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