Quindici anni trascorsi a mietere successi nella Francia di Martin Fourcade e compagni, poi due stagioni di pausa per stare vicino alla famiglia che si è allargata con l’arrivo di un bimbo ed ora la voglia di tornare in pista. Christian Favre da poche settimane è stato inserito nel team italiano e si preoccuperà di mettere a disposizione dei biatleti azzurri i migliori materiali possibili, nel prossimo inverno.
"Lavorare al fianco di Martin è stato impegnativo. Lui è focalizzato 24 ore al giorno sul biathlon e vuole che chi lo segue faccia altrettanto. Un rapporto totalizzante: le soddisfazioni e le sensazioni sono state enormi, ma sentivo il bisogno di staccare e di stare vicino alla famiglia" racconta il valdostano di Bionaz, fratello minore di Patrick ancora oggi tecnico del team francese. Prima di accettare l’incarico con l’Italia, Favre ha voluto sentire anche il fuoriclasse di Fort Romeu. "Gli ho chiesto un parere, un consiglio. E Martin mi ha detto che con le Olimpiadi 2026 in Italia, era davvero un’occasione da non perdere. E credo abbia ragione perchè è lo stesso pensiero che ho fatto anche io".
Fourcade resta un riferimento importante.
"In questi anni insieme a Martin e ad altri campioni ho imparato che ogni singolo allenamento, ogni singolo dettaglio è importante per costruire qualcosa di grande e se ho deciso di rimettermi in gioco è proprio perchè sento di potermi spendere al meglio. C’è tanta voglia di fare e di impostare insieme a tutto il team un lavoro produttivo".
Nel corso di questi due anni ai box, Christian ha potuto seguire da fuori il pianeta biathlon. "Non sono affatto sorpreso di quanto fatto da Quentin Fillon Maillet: sapevo che aveva un potenziale enorme e forse avrebbe potuto brillare già l’anno prima. C’è invece una cosa che mi ha dato fastidio, da skiman. Ovvero sentire le tante critiche rivolte allo staff italiano: guardando le gare alla televisione è molto difficle per non dire impossibile "leggere" le condizioni dei materiali, perchè le variabili sono molteplici e la velocità in pista non dipende solo dallo sci. Se in questi ultimi anni l’Italia ha vinto Coppe del Mondo, gare, medaglie vuol dire che lo staff ha lavorato alla grande, inutile non ammetterlo".
In queste prime settimane da "azzurro" Christian non ha ancora avuto modo di incontrare gli atleti. "Ci sarà tempo, il nostro lavoro sul campo inizierà solo ad autunno. Prima ci sarà da coordinarci e da definire i vari ruoli per creare un team il più compatto possibile".
Ecco arrivare le parole chiave nel suo modo di intendere il lavoro.
"Serenità, condivisione, comunicazione: il mix di questi elementi è fondamentale per crescere insieme. Un gruppo unito è il segreto ma attenzione. Fino a pochi giorni fa io non c’ero e non voglio ne posso dire che la squadra non sia unità. L’importante, per il mio lavoro, è che lo sia o che continui ad esserlo d’ora in poi. Gli atleti hanno tanto a cui pensare, se alle loro spalle c’è un gruppo in fiducia che lavora coordinato e in serenità, possono solo beneficiarne".
Biathlon – Christian Favre: “Pronto per rimettermi in gioco. Ho imparato che ogni allenamento è fondamentale”
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