È l’atleta più giovane nella nuova Squadra A / Coppa del Mondo azzurra di sci di fondo, guidata da Markus Cramer, che reduce da stagioni ricche di soddisfazioni in Russia, ha accettato l’offerta italiana, dopo aver già lavorato con Pellegrino e De Fabiani nella passata stagione. Davide Graz ha voglia di tuffarsi in questa nuova avventura, determinato a raggiungere gli obiettivi che si è posto fin da bambino, spingendolo ad allenarsi per anni con grande motivazione.
Dopo gli ottimi risultati ottenuti a livello giovanile, da alcuni anni sul finanziere di Cima Sappada ricadono le speranze e le aspettative di uno sci di fondo italiano sempre alla ricerca del fenomeno, al punto da non essere nemmeno in grado di aspettare gli atleti futuribili, chiedendo tutto e subito. Un ambiente pronto a bruciare i suoi talenti dopo qualche risultato negativo, nonostante la carta d’identità suggerisca altro.
Fortunatamente, Graz non dà troppa importanza a ciò che si dice, non sente le pressioni, ha solo la voglia di sfruttare al meglio l’occasione di allenarsi sotto la guida di Cramer ed è curioso anche di affrontare una preparazione per molti aspetti diversa rispetto alle abitudini. «Sono molto motivato – ha affermato a Fondo Italia dal raduno di Dobbiaco – ci sono tante novità, perché Cramer propone una tipologia diversa di allenamento, che prevede molta più corsa e meno bici. La prima indicazione che ci ha dato è stata di andare molto piano all’inizio, non esagerare coi ritmi. Dopo questo raduno di Dobbiaco, andremo subito al nord. Già a giugno scieremo all’interno del tunnel di Torsby, in Svezia, dove non sono mai stato. I miei compagni mi dicono sia una località bellissima per allenarsi sia all’interno del tunnel che fuori. Sono molto stimolato da queste nuove esperienze, anche se per me sarà una novità affrontare dei raduni così lunghi. Non sono mai stato tanto in giro, come capiterà invece nel corso di questa preparazione. Ma sono anche convinto che ciò porterà diversi benefici, anche perché è un bel gruppo, dove si sta bene e c’è un bel clima. Il fatto di stare così tanto insieme è sicuramente positivo, anche perché hanno tutti più esperienza di me. Ho tanto da imparare da loro in molti aspetti. Essere in gruppo con atleti che vanno più di me, può solo portarmi benefici, sicuramente di più rispetto a se mi allenassi a casa. Al di là del programma, la vera chiave dei raduni sarà stare in gruppo, stimolarsi e tirarsi a vicenda».
Graz passerà quindi poco tempo nella sua Cima Sappada, avrà poche opportunità di stare con famiglia, ragazza e amici, ma è un sacrificio che è pronto a fare: «Certamente sarà difficile passare tanto tempo lontano da casa e dagli affetti, ma quando sei un atleta professionista, devi fare tutto in funzione di quello. Io voglio provarci con tutte le mie forze. Se avessi famiglia magari sarebbe più pesante. I più forti, però, fanno così, quindi sono convinto che possa solo portare benefici e mettermi nelle condizioni di crescere. Alla fine, la carriera di un atleta non è molto lunga, si racchiude in quei dieci o quindici anni, quindi bisogna impegnarsi al massimo e provarci in tutti i modi se si vuole raccogliere qualcosa».
Il finanziere non vuole guardarsi indietro un giorno e chiedersi se ha fatto davvero tutto il necessario per ottenere il meglio da sé stesso: «Sono determinato perché se fai questa vita non puoi adagiarti. Non voglio rimpianti. Se un giorno non dovessi raggiungere quei risultati che sogno da quando ho sei anni, voglio avere la consapevolezza di dire che almeno ci ho provato in tutti i modi».
Il sappadino ha avuto una buona impressione dal primo impatto con Cramer: «Fin qui non abbiamo ancora parlato molto, abbiamo fatto una chiacchierata di gruppo. Lui parla un inglese semplice e comprensibile. Non è una persona di molte parole, ma non dice cose banali. Ci ha dato poche informazioni ed indicazioni, ma tutte molto chiare, quei fondamentali da rispettare, il modo in cui affrontare gli allenamenti e con quale ritmo. Sicuramente ha un curriculum e un palmares da allenatore invidiabili».
L’azzurro è convinto di poter ottenere tanto da Pellegrino e De Fabiani: «Da un atleta come Chicco si può solo imparare. Da dieci anni dimostra di essere un uomo da grandi appuntamenti, è uno degli atleti più forti al mondo nelle sprint, anzi, per un periodo è stato anche il migliore al mondo. È un atleta che cura molto i particolari, quindi può dare a noi giovani grandi stimoli e consigli. Defa ha mostrato di avere il potenziale per essere uno degli atleti più forti al mondo, soprattutto nelle distance. Per noi sono due punti di riferimento, il traino del gruppo e possono solo farci bene. Sono felice di potermi allenare con loro».
Infine Graz ha parlato anche del cambiamento regolamentare, che prevede tante 10 km a cronometro anche per gli uomini. Al giovane azzurro questa novità piace. «Sono molto contento – ha ammesso – visto che spesso parto forte, quasi senza accorgermene, per poi calare nella seconda parte di gara. Al di là di questo, la ritengo una scelta intelligente da parte della FIS, perché le gare maschili saranno molto più combattute e credo che fino all’ultimo sarà difficile capire chi starà vincendo, mi aspetto sempre bagarre con distacchi limitati. Ci sarà poco di scontato e credo che qualcuno da dietro possa anche fare bene. Sarà divertente da guardare, così come lo skiathlon da 20 km. Penso sia giusto che la FIS provi a cambiare qualcosa, visto che il nostro sport non sta vivendo un periodo felicissimo, al di là delle sprint che portano molta audience. La FIS deve trovare dei modi per riavvicinare il pubblico e farlo tornare ai livelli del passato e credo che questa disciplina abbia diverse varianti per rendere lo spettacolo più avvincente».