Riceviamo e pubblichiamo una lettera che, a poche settimane dal ritiro, Elisa Brocard ha scritto per ringraziare lo zio, Marco Brocard, da anni skiman della nazionale azzurra di sci di fondo.
"Dopo tanti ringraziamenti fatti nelle scorse settimane, a seguito del mio ritiro dalle competizioni, arrivato in occasione degli ultimi Campionati Italiani di Dobbiaco, ho volutamente lasciato da parte un ringraziamento che volevo fosse dedicato e speciale.
Questo ringraziamento va a mio zio: Marco Brocard.
Mio papà Remo prima, e mio zio Marco un po’ dopo, sono stati coloro che mi hanno allacciato i primi sci, che mi hanno insegnato a muovere i primi passi sulla neve e che mi hanno cresciuta come fondista.
A loro devo tanto della tecnica che anni dopo mi avrebbe permesso di prendere parte a gare di Coppa del Mondo ed Olimpiadi. Le basi, come in tutti gli sport, si iniziano a costruire da piccoli, ed io ho avuto la fortuna di avere in famiglia due grandi fondisti che avevano a cuore il trasmettermi tutto il loro sapere e la loro passione per lo sci di fondo! A loro dico GRAZIE!
Ma a mio zio, devo un ringraziamento particolare.
Dopo avermi allenata in Comitato, vista entrare nel Centro Sportivo Esercito ed in squadra nazionale, lui è sempre stato presente nelle mie scelte sportive, senza mai essere invadente ma semplicemente dandomi consigli che forse solo oggi mi rendo conto di quanto siano stati così preziosi per me. Nella mia carriera ho attraversato periodi molto belli a momenti più difficili e lui è sempre stato lì, accanto a me, anche quando stava in silenzio, anche quando non era d’accordo con me o quando nemmeno io credevo più in me stessa.
E poi dal dicembre del 2016 finalmente ci siamo ritrovati insieme in Coppa del Mondo a Davos: io come atleta, lui come skiman della squadra nazionale, responsabile della sciolinatura. Sarà banale, ma quello per me rimane uno dei ricordi più belli della mia carriera… e dopo le gare di Coppa insieme è arrivato anche il primo Mondiale (Lahti 2017) e la prima Olimpiade insieme: quella di Pjeongchang 2018. Certo, tra allenamenti miei e interminabili ore nello skiroom per lui, il tempo per vedersi e chiacchierare era poco, ma a me bastava sapere che lui era lì e che avrebbe scelto per noi la miglior sciolina.
Queste poche righe per cercare di dire quello che in tanti anni, a volte e troppo spesso, si finisce per dare per scontato: un sincero e semplice GRAZIE, che spero possa ricambiare almeno un pò tutto l’appoggio ed il sostegno che ho avuto da te, ZIO".