Nella giornata di ieri, il Ministero della Gioventù e dello Sport dell’Ucraina ha licenziato tre atlete della nazionale di biathlon, tutte russe con passaporto ucraino. Se i casi di Bekh e Moskalenko non hanno sorpreso, in quanto le due atlete non hanno mai condannato l’invasione russa in Ucraina, ha sorpreso quanto accaduto ad Olga Abramova. L’atleta ucraina, perché tale si è definitiva lei stessa dopo dieci anni di passaporto, si è apertamente schierata contro la guerra e lo ha fatto coraggiosamente anche una volta in Russia, dove è tornata per stare con il figlio di un anno e mezzo.
Eppure, in un periodo di guerra, nel quale si perdono tanti valori e si considerano le persone come appartenenti a gruppi anziché individui, un gesto bellissimo arriva dal sito "biathlon.com.ua" e da alcune atlete della nazionale ucraina, che hanno inviato una lettera al ministro ucraino, per schierarsi contro il licenziamento della loro compagna di squadra e amica, che solo poche settimane fa aveva posato con loro in una foto con la bandiera ucraina.
Ecco quanto scritto.
"Caro Vadim Markovich!
La guerra è un momento di decisioni difficili e responsabili. Purtroppo oggi il nostro Paese sta attraversando un periodo del genere, in cui il dolore e la disperazione vanno di pari passo con la forza e l’eroismo. E in questi giorni nel nostro Paese ognuno a modo suo fa tutto il possibile per il bene della Vittoria.
Ma la guerra è anche un momento di atemporalità nel processo decisionale, quando i passi giusti rasentano gli inevitabili errori in una situazione del genere. Sfortunatamente, uno di questi passi errati, a nostro avviso, è accaduto alla biatleta della nazionale ucraina Olga Abramova – russa di origine, ma ucraina non solo di passaporto ma anche di spirito.
Olga Abramova ha acquisito la cittadinanza ucraina dieci anni fa e da allora ha lavorato diligentemente per la gloria degli sport nazionali. Vittorie e premi nelle fasi della Coppa del Mondo e della IBU Cup, dei campionati mondiali estivi e dei campionati europei hanno fatto più volte alzare la bandiera dell’Ucraina in onore dei significativi risultati sportivi dell’ucraina Olga Abramova.
Subito dopo l’inizio della guerra, l’atleta si recò nel paese aggressore a causa di circostanze familiari, che sono diventate il motivo formale del suo licenziamento e l’impossibilità di rappresentare ulteriormente la squadra nelle competizioni di alto livello. Tuttavia, possiamo incolpare una madre che è volata dal suo bambino in un momento critico della sua vita? Dobbiamo sostituire l’umanità con una formalità?
Inoltre, pur trovandosi sul territorio del Paese aggressore, Olga Abramova non ha evitato il sostegno pubblico all’Ucraina, confermandolo quasi quotidianamente pubblicando la sua posizione sui social network. E anche adesso, dopo l’annuncio del suo licenziamento, ha scritto un testo forte con gratitudine e orgoglio per l’Ucraina.
In considerazione di ciò, lo staff del sito web del Biathlon ucraino chiede di approfondire la questione del licenziamento dell’atleta Olga Abramova e, se possibile, di riconsiderare questa decisione.
Il caporedattore Yevhen Tarasenko
e lo staff di biathlon.com.ua
E anche le sportive della nazionale ucraina:
Valeria Dmytrenko
Anna Krivonos
Nadia Bielkina
Yulia Zhuravok
Cristina Dmytrenko